L’Istat ha comunicato in una nota che a giugno la crescita annua delle retribuzioni contrattuali orarie rispetto al 2018 si è attestata intorno allo 0,7%, un risultato più che dimezzato rispetto a maggio (+1,6%). Mentre l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è in lieve aumento sia rispetto al mese precedente (+0,1%) sia nei confronti di giugno 2018 (+0,7%). Complessivamente, nei primi sei mesi del 2019 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2018.
Nonostante si tratti ancora di dati in positivo la crescita tocca il livello più basso da dicembre 2017. Una brusca frenata che annulla il vantaggio fin qui goduto sui prezzi. La forbice quindi si richiude, con tutto ciò che ne consegue in termini di potere d’acquisto. Era ormai da più di un anno, dal maggio 2018, che retribuzioni e inflazione non si riallineavano.
Intanto risale a luglio la fiducia dei consumatori (da 109,8 a 113,4), riportandosi ai livelli di gennaio, dopo il calo di giugno. Rialzo sostenuto dalle opinioni sulla situazione economica del Paese. E migliora anche il morale delle imprese (da 99,3 a 101,2) ai massimi da ottobre 2018. Tra i settori produttivi fa eccezione la manifattura, ai minimi da gennaio 2015; nonostante all’interno del comparto ci siano delle componenti in recupero.
Norbert Ciuccariello