SANTA CRUZ DE LA SIERRA. L’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo Cesare Battisti è stato catturato in Bolivia alle 17 di ieri (le 22 in Italia) da agenti boliviani con input degli investigatori italiani. Camminava in una strada di Santa Cruz de La Sierra, popolosa città nell’entroterra boliviano. Non ha tentato la fuga, agli agenti ha risposto in portoghese, poi è stato portato in caserma.
La notizia della cattura è stata confermata da fonti italiane e dall’ambasciatore italiano in Brasile, Antonio Bernardini, che ha celebrato la cattura dell’ex terrorista latitante da dicembre affermando: “E’ stato preso! La democrazia è più forte del terrorismo”.
Battisti aveva fatto perdere le tracce di sé dopo la decisione del magistrato del Supremo Tribunale Federale (Stf) brasiliano Luis Fux che il 13 dicembre ne aveva ordinato l’arresto per “pericolo di fuga” in vista di una possibile estradizione in Italia, concessa nei giorni seguenti dal presidente uscente Michel Temer prima dell’insediamento di Jair Bolsonaro il primo gennaio 2019. Era stato proprio Bolsonaro ad imprimere un deciso cambio di passo alla vicenda, esprimendosi prima ancora di essere eletto a favore della riconsegna all’Italia di Battisti e rovesciando così la decisione dell’allora presidente Lula da Silva di concedere asilo politico all’ex terrorista condannato all’ergastolo in Italia per quattro omicidi.
La squadra speciale dell’Interpol aveva indirizzato le ricerche intorno a Santa Cruz poco prima di Natale. Ieri infine è stata circoscritta la zona nella quale Battisti si era nascosto, sono stati quindi compiuti appostamenti in almeno tre-quattro aree differenti, finché l’ex terrorista è stato accerchiato e bloccato con il supporto della polizia boliviana.
In tutti gli anni in cui ha vissuto in Brasile, Battisti è stato tenuto sotto controllo dall’intelligence italiana, che non lo ha mai perso di vista. Ma solo con l’elezione di Bolsonaro si sono intensificati i contatti con le forze di polizia brasiliane. Dopo la fuga, il pool di investigatori della Criminalpol e dell’Antiterrorismo ha collaborato con i colleghi brasiliani, impiegando qualche giorno per riannodare i fili e trovare la pista giusta, fino a quando ha rintracciato Battisti in Bolivia. La certezza che fosse lui, polizia e intelligence l’hanno avuta una settimana fa e da quel momento sono stati pianificati tutti i dettagli del blitz che è scattato ieri in accordo con le autorità locali.
Battisti potrebbe essere estradato verosimilmente domani in Italia, ma non è escluso che il rientro possa avvenire già nel corso della giornata odierna. Secondo quanto riferiscono fonti di governo, le autorità stanno valutando se l’estradizione di Battisti debba avvenire direttamente dalla Bolivia – dove è stato catturato – o via Brasile. E un aereo del governo italiano con a bordo anche uomini dell’Aise – l’Agenzia d’intelligence che si occupa dell’estero e il cui contributo è stato fondamentale per arrivare all’arresto di Battisti – e investigatori della Polizia è in volo per la Bolivia. L’arrivo è previsto per il pomeriggio di oggi (ora italiana) ma questo, sottolineano fonti governative, non significa che l’aereo ripartirà subito. Vanno ancora espletate alcune procedure e non è ancora stato chiarito se prima di esser estradato in Italia Battisti passerà o meno dal Brasile.
Il premier Giuseppe Conte ha commentato: “Le famiglie Santoro, Torregiani, Sabbadin, Campagna potranno finalmente ottenere giustizia. La cattura e l’espulsione di Cesare Battisti sono un risultato atteso da oltre quarant’anni, che dovevamo soprattutto a loro, come pure alle altre vittime delle sue azioni criminali”. E, ancora: “Lo sforzo corale e perseverante dei nostri servizi di intelligence, delle nostre forze di polizia e dell’Interpol, la collaborazione delle autorità brasiliane e boliviane e la determinazione di questo Governo stanno per essere finalmente premiati”.
Anche il ministro degli Esteri Enzo Moavero è intervenuto stamane, precisando che “si tratta di un atto di giustizia nei confronti degli odiosi crimini del terrorismo, doveroso verso chi fu ucciso o ferito e verso i loro famigliari”, ora il lavoro continua affinché l’estradizione in Italia possa avvenire nei tempi più rapidi.
Intanto, Eduardo Bolsonaro, deputato e figlio del presidente brasialiano ha voluto subito mandare un messaggio al ministro dell’Interno: “Matteo Salvini, il ‘piccolo regalo’ sta arrivando“.