San Bernardo da Corleone frate cappuccino umile e misericordioso è un modello da seguire per religiosi e laici.
Il 12 gennaio la Chiesa cattolica venera San Bernardo da Corleone, che prima di assumere questo nome come frate, era Filippo Latino, nato il 6 febbraio 1605 nell’omonima città siciliana. Nato e cresciuto in una famiglia molto religiosa e disponibile verso i bisognosi, tanto che la sua casa era considerata “casa di santi”. La sua vocazione religiosa si concretizzò quando a 27 anni vestì la tonaca dei cappuccini e scelse il nome di frate Bernardo.
Il suo apostolato si svolse in diversi conventi della provincia, da Bisacquino e Castelvetrano, sino a Partinico Agrigento e forse a Salemi e Monreale. Si occupava di cucina, di cura degli ammalati e di lavori utili ai confratelli. Tutto veniva fatto in umiltà e con spirito di servizio, abbinato a penitenze. Le testimonianze dei processi di beatificazione e di canonizzazione diventano un racconto meraviglioso di caratterizzazioni particolari della sua personalità dolce e forte al tempo stesso: “Sempre ci esortava ad amare Dio e a fare penitenza dei nostri peccati” Ma aveva una religiosità anche molto spirituale, molti hanno ricordato che si fermava spesso di notte in chiesa “perché non era bene lasciare il Santissimo Sacramento solo; egli li teneva compagnia finché fossero venuti altri frati”.
La solidarietà con i suoi confratelli aveva una dimensione pubblica e sociale come diremmo oggi. A Palermo, dove visse negli ultimi 15 anni di vita, in circostanze di calamità naturali, si fece mediatore davanti al tabernacolo, Di fronte all’intensità delle sue preghiere, ci furono conferme che il flagello cessò, la catastrofe fu alleviata sul letto di morte, avvenuta il 12 gennaio 1667, ricevuta l’ultima benedizione, con gioia ripetette: “Andiamo, andiamo”, e spirò dicendo “Paradiso! Paradiso! Paradiso!”.
Verso San Bernardo da Corleone esistono forme di venerazione in tutta l’Italia.