SIRIA. Nelle ultime ore l’avanzata delle forze governative siriane è stata confermata da fonti concordanti governative e delle opposizioni, con la conquista di località chiave nella valle dell’Oronte (Pianura di Ghab) da cui i ribelli si sarebbero ritirati quali la città di Qalaat al Madiq, vicino al sito archeologico di Apamea. L’8 maggio le forze di Damasco avevano raggiunto Kfar Nabuda, un’altra località strategica nel settore centrale della linea del fronte non lontana dall’autostrada Hama-Aleppo. I tentativi dei ribelli di ostacolare l’offensiva hanno visto numerosi lanci di razzi contro la base aerea russa di Hmeimyn, vicino a Latakya. Il 3 maggio un velivolo militare russo sarebbe stato danneggiato a terra, secondo fonti locali, in seguito al lancio di razzi da 122 millimetri Grad provenienti dalla “sacca” di Idlib. Sono circa 500 i civili siriani uccisi in due mesi di offensiva russa e governativa siriana nella regione di Idlib, dove vivono circa tre milioni di persone e operano decine di migliaia di miliziani anti-regime tra cui esponenti della galassia qaidista.
Lo riferisce la Rete siriana per i diritti umani, organizzazione siriana e internazionale che da anni monitora e documenta le violazioni commesse dalle parti belligeranti nella guerra in corso. Le operazioni terrestri sono state anticipate da intensi raid aerei dei jet russi e di Damasco e da un consistente ammassamento di truppe intorno alla “sacca” circondata su tre lati dalle forze siriane e confinante a nord con la porzione di territorio siriano presidiata da truppe turche e milizie sostenute da Ankara. I bombardamenti aerei (con l’impiego anche di bombe aeree russe anti-bunker KAB 1500L) e di artiglieria si sono concentrati sui distretti a sud di Idlib, vicino alla linea del fronte con la regione di Hama, controllata dal governo e dai militari russi e nonostante alcune fonti riferiscano di almeno una cinquantina di vittime civili la campagna aerea è stata concentrata contro postazioni di miliziani siriani anti-governativi, per lo più qaedisti dell’ex Fronte al-Nusra, ora noto come Tahrir al-Sham.