PALERMO. E’ stato ricordato ieri, domenica 6, nel corso di una cerimonia l’ex presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella, ucciso esattamente 39 anni prima dalla mafia. La cerimonia palermitana si è svolta in via Libertà, nel luogo dell’agguato, dove sono state poste corone di fiori. L’ex presidente della Regione, fratello del Capo dello Stato, venne ucciso mentre, insieme alla moglie, stava andando a Messa. Per il delitto è stata condannata la Cupola di Cosa nostra, mentre ancora ignoti sono gli esecutori materiali.
“L’omicidio mafioso di Piersanti Mattarella è una ferita nella storia della Repubblica Italiana. Dopo 39 anni non c’è ancora la verità sui chi siano stati i mandanti. Così come per Falcone e Borsellino, uccisi da mano mafiosa su mandato anche di uomini vicini se non all’interno delle Istituzioni. Sentenze nero su bianco lo hanno chiaramente affermato. Nel giorno tragico della morte di Piersanti era presente il fratello Sergio, oggi Presidente della nostra Repubblica. Questo deve essere un impulso perché è tempo di fare luce su capitoli così oscuri della nostra storia, ribadendo pieno appoggio all’operato di quei magistrati che non si arrendono allo scorrere del tempo e impediscono che la verità venga seppellita. Solo cosi potremo guardare con serenità e fiducia al futuro del nostro Paese”. E’ quanto affermano i presidenti Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle.
“Nella politica, nelle istituzioni, come nella società civile, il nostro Paese ha più che mai bisogno di persone perbene che lottino per una società più giusta, più sicura, più libera, senza nascondersi e rifuggendo dall’indifferenza e dall’egoismo. Anche a distanza di decenni, Piersanti Mattarella, in questo senso, resta un esempio tragicamente illuminante”, dichiara il presidente del Senato, Elisabetta Casellati.