Di origini nobili, San Lorenzo Giustiniani si privò di tutti i suoi beni materiali per servire il prossimo e poi chiese al Signore l’intercessione per tutta Venezia in qualità di Primo Patriarca.
L’8 gennaio la chiesa celebra la figura di San Lorenzo Giustiniani, che merita un posto speciale tra i santi italiani. Nato il 1 Luglio 1381 a Venezia da una antica e aristocratica famiglia. Come narra il famoso “Fasciculus amoris”, a 11 anni gli apparve una giovane e splendida fanciulla che si presentò come «Sapienza di Dio» e le entrò nel cuore. Quando venne l’età di pensare al matrimonio e sua madre gli trovò moglie, Lorenzo rifiutò e fuggì di casa, trovando rifugio sull’isola di San Giorgio in Alga, Era un luogo dove si raccoglievano giovani ecclesiastici, nobili veneziani, per dedicarsi alla preghiera e alla penitenza. Dopo una breve preparazione fu ordinato diacono. Nel 1404, con qualche suo amico, tra i quali Gabriele Condulmer (poi eletto papa col nome di Eugenio IV), Lorenzo fondò la Congregazione dei Canonici Regolari di San Giorgio in Alga.
Nel 1407 divenne priore dei monasteri dei SS. Fermo e Rustico di Lonigo e di Sant’Agostino di Vicenza, che fu completamente riformato, rendendolo modello ideale di vita religiosa e pastorale, impegno che gli valse l’appellativo di “Vicentiae benefactor”, datogli dal vescovo Francesco Malipiero.
In quegli anni girava instancabilmente con un umile saio e una bisaccia per spingere i fedeli a recuperare il senso di comunione con la Chiesa, come espressione della misericordia di Dio.
Tornato a Venezia, nel 1424 diventò Superiore Generale dei Canonici di San Giorgio in Alga e nove anni dopo Papa Eugenio IV lo nominò vescovo di Castello nella Diocesi dell’isola di Rialto.
Nel 1451 Papa Niccolò trasferì a Venezia la dignità patriarcale e Lorenzo Giustiniani diventò il primo Patriarca della “Serenissima”, con il consenso pieno del clero e del popolo. Non erano tempi facili, a tenere banco era la lotta contro i Turchi e le cronache testimoniavano che “a Venezia è tutto un pianto, non si sa che fare”. Il Patriarca, che restò in carica per molti anni, realizzò con fermezza un’autentica riforma, affascinando i veneziani. Morì l’ 8 gennaio del 1456, dopo aver visto sfilare per due giorni l’intera città dinanzi al suo letto di moribondo. In segno di devozione per sessantasette giorni il suo corpo rimase esposto alla venerazione dei veneziani, che ottennero che il suo corpo fosse sepolto nella chiesa di San Pietro in Castello. La canonizzazione avvenne nel 1690 per merito di Papa Alessandro VIII (il veneziano Piero Ottoboni), ma la pubblicazione ufficiale avvenne solamente 37 anni dopo, con papa Benedetto XIII.