John Wayne, nome d’arte di Marion Michael Morrison, è considerata senza ombra di dubbio una delle più grandi icone del cinema americano. Amato in tutto il mondo ha incarnato lo “Spirito della Frontiera” in moltissimi dei suoi film.
Nato il 26 maggio 1907 a Winterset (Iowa), è un mito che ha attraversato il secolo scorso e resiste intatto in quello nuovo. Cresciuto in un ranch della California meridionale che gli ha permesso di toccare da vicino la vita difficile dei cowboys, ha poi illustrato questo tipo di personaggio sullo schermo in centinaia di pellicole. Studente capace e buon giocatore di football, ottenne nel 1925 una borsa di studio sportiva della University of Southern California, ottenuta però più come una forma di ripiego, generato dal rifiuto dell’accademia militare di Annapolis.
Dopo aver lavorato come comparsa e controfigura, ottenne delle parti come attore in film western di serie B grazie al suo fisico atletico e prestante. Nel 1925, Tom Mix, il divo dei primi western, gli offre un posto di lavoro sul set, come facchino. Fu l’occasione per conoscere John Ford e cominciare a recitare in piccole parti, con lo pseudonimo di Duke Morrison (il nome di Duke è ripreso dal nome di un suo cane d’infanzia, mentre l’origine di Morrison rimane misteriosa.
Il debutto ufficiale avvenne nel film “Men Without Women” del 1930. Ma la grande occasione della sua carriera arrivò con il ruolo di protagonista in “Ombre rosse” di John Ford (girato nel ’39), regista che farà di Wayne il suo attore-feticcio, riservandogli il ruolo di protagonista nei suoi film più importanti. Proprio a partire da “Ombre rosse“, fra l’altro, prense consistenza l’immagine che lo ha sempre caratterizzato, arrivando ad incarnare il simbolo di una certa America, sbrigativa ma onesta, rude e burbera ma con un sottofondo sensibile e di buon cuore. Nelle pieghe di questo modo di intendere lo “spirito” americano, si nasconde però anche l’ombra di un conservatorismo radicato.
Questa ideologia intrisa appunto di conservatorismo non è stato d’altronde mai smentito neanche nell’ambito della vita privata e delle scelte artistiche. Quella mentalità è stata da lui più volte sottolineata ed esaltata, come emerge bene anche da un film direttamente prodotto e diretto, il celebre “La battaglia di Alamo“.
Un altro film esemplare di questo atteggiamento politico è certamente “Berretti verdi” in cui l’esaltazione degli ideali americani, emerge con tutta la sua forza. Non a caso, John Wayne ha contribuito a fondare nel 1944 la “Motion Picture Alliance for the Preservation of American Ideals“, divenendone, in seguito, anche presidente. Ad ogni modo, è attraverso il genere western che si consolida l’immagine di John Wayne come attore, scegliendo sempre parti che esaltassero la lealtà, il coraggio, l’onore e senso dell’amicizia.
Non tutti sanno che un giovanissimo Wayne impegnato allora sul set come aiuto di scena conobbe personalmente Wyatt Earp il leggendario sceriffo che collaborava come consulente sulle scene di diversi western. Insomma, tutte quelle caratteristiche che delineano così bene l’epica della Frontiera e della scoperta di nuove terre da parte dei “duri” coloni. Inutile sottolineare che nella “rete” di questa seduzione un po’ ambigua vi è caduto in pieno anche il pubblico europeo, portato a considerare quel mondo come distante, esotico, e per questo ammantato di un’aura mitica e leggendaria.
L’attore americano nella sua lunga carriera ha interpretato più di 250 film, tutti baciati da un gran successo di pubblico. Ma il mito Wayne e i valori che i suoi personaggi incarnavano, evidentemente, andavano oltre il discorso puramente artistico di una buona resa attoriale. Hollywood lo ha sempre portato in palmo di mano, almeno dal punto di vista della stima complessiva e delle scritture che ottenne (un po’ meno dal punto di vista dei riconoscimenti ufficiali).
Nel 1949 ottenne la nomination all’Oscar per “Iwo Jima, deserto di fuoco” mentre nel 1969, ottenne la statuetta per la sua interpretazione in “Il Grinta“. Fuori dallo schermo la personalità di John Wayne non era poi molto diversa dai personaggi che interpretava. Burbero dal cuore tenero, era molto amato dalle donne.
Morì l’11 giugno 1979 a Los Angeles, California. Ancora oggi è fra i più amati attori americani di tutti i tempi, un vero e proprio mito di celluloide capace di sfidare il tempo. Se vogliamo ricordare due film simbolo, inizio e fine di una carriera davvero unica, come non citare “Ombre rosse” il primo diretto da John Ford e l’inizio della collaborazione con il grandissimo regista, e “Il pistolero” la storia di un pistolero malato di cancro (è una analogia con la realtà e sarà il suo ultimo film prima di essere vinto dalla malattia). Ma a noi piace pensare al Duca che stia vagando ancora attraverso praterie e canyon sconfinati, paesaggi immortali, come gli eroi. Come John Wayne.
Giuseppe Muri