Rispetto al più noto San Nicola, patrono di Bari, di questo santo non esiste una nutrita documentazione. Ma le notizie che giungono a noi sono certamente degne di fede. San Nicola il Pellegrino è il patrono della città di Trani, dove morì il 2 giugno del 1094 dopo appena quindici giorni dal suo arrivo, proveniente da Taranto e prima ancora da Otranto.
Originario di Stiri, nella Grecia centrale, dopo aver trascorso alcuni anni in solitudine, giunse in Puglia che percorse a piedi con una croce in mano e ripetendo l’invocazione Kyrie eleison. Attirò e riunì intorno a sé i ragazzi dando loro piccoli doni e facendo ripetere loro la sua invocazione. Ai piccoli regalò ciliegie e altri frutti mentre percorreva le vie delle città lodando il Signore. L’arcivescovo Bisanzio lo mandò a chiamare e lo interrogò personalmente. Rimase così colpito dalla semplicità e dall’ingenuità di questo giovane che gli offrì senza indugio vitto e alloggio.
Dopo la sua morte, a soli 19 anni, si verificarono numerosi miracoli, tant’è che soltanto 4 anni dopo, durante il Sinodo Romano il vescovo di Trani si alzò e chiese all’Assemblea che il venerabile Nicola venisse iscritto nel catalogo dei Santi per i meriti avuti in vita e per i miracoli avvenuti post-mortem. Era l’ottobre del 1098 ed il papa Urbano II emanò un “Breve” che autorizzava il vescovo di Trani, dopo opportuna riflessione, ad agire come riteneva più opportuno. Il vescovo tornato a Trani lo canonizza e dopo avere eretto una nuova basilica vi fece traslare il corpo del santo.
Nel 1748 papa Benedetto XIV inserì Nicola nel Martirologio Romano. Le fonti delle notizie sul santo sono quattro: le prime tre riportate dalla Bibliotheca hagiografica Latina antiquae et mediae aetatis. La prima riguarda la sua vita in Grecia testimoniata da Bartolomeo suo compagno; la seconda narra il suo arrivo a Trani, la morte, e i miracoli ed è stata scritta da Adelferio testimone oculare; la terza ha per autore il diacono Amando di Trani e narra della canonizzazione e della sua traslazione; la quarta fonte è una Vita stampata in lingua italiana e narra la seconda traslazione del corpo.
Alessio Yandusheff Rumiantseff