Oggi, 20 maggio, si celebra San Bernardino, uno dei grandi riformatori dell’Ordine francescano. Bernardino nasce l’8 settembre 1380 a Massa Marittima (Grosseto) da Albertollo degli Albizzeschi e da Raniera degli Avveduti. Suo padre è un nobile senese, governatore della città fortificata posta sulle colline della Maremma. A sei anni, rimasto orfano dei genitori, cresce prima con la zia materna, che lo tiene con sé fino agli undici anni, poi a Siena a casa dello zio paterno. Riceve un’ottima educazione cristiana, crescendo sano, con un carattere schietto e deciso, amante della libertà ma altrettanto conscio della propria responsabilità. Studia grammatica, retorica e lettura di Dante. Dal 1396 al 1399 si applica allo studio della Giurisprudenza nella Università di Siena, dove consegue il dottorato in filosofia e diritto. Intorno ai 18 anni, pur seguitando a vivere come i coetanei, entra a far parte della Confraternita dei Disciplinati di Santa Maria della Scala, una compagnia di giovani flagellanti, che tiene riunioni a mezzanotte nei sotterranei del grande ospedale posto di fronte al celebre Duomo di Siena.
Nel 1400, quando ha 20 anni, assiste all’arrivo della peste a Siena. Anche molti medici e infermieri dell’Ospedale di Santa Maria della Scala, muoiono contagiati, tanto cheil priore chiede pubblicamente aiuto. Bernardino insieme ai compagni della Confraternita si offre volontario: la sua opera nell’assistenza agli appestati dura per quattro mesi, fino all’inizio dell’inverno, quando la pestilenza comincia a scemare. Anche Bernardino rimane contagiato, ma risce a salvarsi. E’ in quel momento che matura la decisione di entrare a far parte dei francescani. In seno all’ordine diviene nel corso degli anni uno dei principali propugnatori della riforma dei francescani osservanti. Banditore della devozione al santo nome di Gesù, ne fa incidere il monogramma «YHS» su tavolette di legno, che da a baciare al pubblico al termine delle prediche. Stenografati con un metodo di sua invenzione da un discepolo, i discorsi in volgare di Bernardino sono giunti fino a noi.
Bernardino ha parole durissime per quanti “rinnegano Iddio per un capo d’aglio” e per “le belve dalle zanne lunghe che rodono le ossa del povero”. Anche dopo la sua morte, avvenuta alla città dell’Aquila, nel 1444, Bernardino continua la sua opera di pacificazione. Giunge, infatti, morente in questa città e non può tenere il corso di prediche che si era prefisso qualche giorno prima. Persistendo le lotte tra le opposte fazioni, il suo corpo dentro la bara comincia a versare sangue e il flusso si arresta solo quando i cittadini dell’Aquila si riappacificano.
Sei anni dopo la morte, il 24 maggio 1450, festa di Pentecoste, papa Niccolò V lo proclama santo. San Bernardino è compatrono di Siena, della nativa Massa Marittima, di Perugia e dell’Aquila. Una città in California porta il suo nome. È invocato contro le emorragie, la raucedine, le malattie polmonari.