E’ prevista nel 2021 con l’obiettivo di colpire l’asteroide Didymos, la missione della Nasa progettata per deviare un asteroide: un’impresa finora vista solo nei film di fantascienza, come Armageddon.
La missione si chiama Dart (Double Asteroid Redirection Test) e parla anche italiano perché un mini satellite dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) sara’ liberato poco prima dell’impatto, per documentarlo. Lo scopo e’ colpire, nel 2022, il più piccolo degli asteroidi della coppia che costituisce il sistema Didymos, quando si troverà a 17 milioni di chilometri dalla Terra.
Il sistema e’ infatti composto da un corpo più grande, del diametro di circa 780 metri, e di una piccola luna, chiamata Didymoon, dal diametro di 160 metri. La coppia non e’ una minaccia per la Terra ed e’ un bersaglio ideale per il test: l’impatto modificherà il modo in cui Didymoon ruota intorno all’asteroide più grande e questo permetterà di studiare le variazioni dell’orbita.
Per condurre la sonda sul bersaglio desiderato bisogna pero’ comprendere come si comporta il sistema, ma soprattutto bisogna studiarne la composizione. Da quest’ultima dipende infatti l’esito dell’impatto: una superficie morbida assorbirebbe di più la forza della sonda rispetto a una rocciosa e l’asteroide potrebbe non essere deviato come previsto.
A tal fine una campagna coordinata da Cristina Thomas, dell’americana Northern Arizona University, sta facendo osservazioni con potenti telescopi, come il Very Large Telescope, dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso), in Cile. La squadra osserverà nuovamente Didymos dalla fine del 2020 alla primavera del 2021 e poi durante l’avvicinamento della sonda e durante l’impatto. I ricercatori porranno vedere Didymos in primo piano grazie alla fotocamera di bordo di Dart, chiamata Draco, e grazie al satellite italiano LiciaCube. Costruito dall’azienda Argotec di Torino, il satellite grande quanto una scatola da scarpe, sara’ liberato poco prima dell’impatto.
Norbert Ciuccariello