Gerard Depardieu compie 70 anni. Il grande attore transalpino è nato il 27 dicembre del 1948 a Chetauroux, paesino sulla Loira, figlio di un fabbro e di una casalinga. E’ uno studente ribelle, finisce per breve tempo in un riformatorio e arriva a Parigi dopo aver fatto il contrabbandiere, il giocatore di calcio, il tipografo, e trova quasi per caso la sua strada iscrivendosi a un corso di recitazione. A 22 anni sposa la sua insegnante, Elisabeth Guignot, che gli presenta lo sceneggiatore e regista Michel Audiard che lo fa debuttare in Il grido del cormorano nel 1971. Audiard è il gran maestro del giallo alla francese, il “polar”, e il suo lasciapassare è un vero passaporto.
Il successo arriva nel 1974 con il trionfo de I santissimi di Bertrand Blier e da lì l’attività si fa frenetica anche per merito dei registi italiani che lo adottano; da Bernardo Bertolucci a Marco Ferreri che lo chiamano nello stesso 1976 per Novecento e L’ultima donna. Con più di tre film all’anno (quasi sempre successi di critica e pubblico) Depardieu diventa in breve il nuovo astro del cinema europeo, passado da Ciao maschio di Ferreri (1978) a Mio zio d’America di Resnais e L’ultimo metro di Fran‡ois Truffaut che diventerà il suo mentore (1980) fino al Danton di Andrzej Wajda (1983). Poi il Cyrano di Jean-Paul Rappenau (1990), Green Card di Peter Weir (il primo film americano nello stesso ’90), Una pura formalità con Giuseppe Tornatore e Roman Polanski (1994), Asterix di Claude Zidi (primo capitolo di una lunga serie nei panni di Obelix) nel ’99.
Con l’avvento del terzo millennio, le occasioni memorabili diminuiscono mentre cresce l’imponenza del fisico: Depardieu è ormai l’icona di se stesso, un monumento che si nutre della propria celebrità e spesso la mette a disposizione, con generosità innata, di giovane talenti e progetti paradossali o avventure televisive come la serie Marseille ancora in onda su Netflix. Il suo amore bulimico per il cinema non si arresta: cinque titoli nell’anno che finisce, altrettanti già annunciati o in lavorazione per il 2019. E, scusate se è poco!