• 25 Novembre 2024
  • AMBIENTE

L’inganno delle buste biodegradabili: un danno per l’ambiente?

Le buste biodegradabili della spesa sono un bluff? Una ricerca dell’Università britannica di Plymouth, pubblicata sulla rivista “Environmental Science & Technology”, sostiene che non esiste alcuna busta usa e getta che si degrada nell’ambiente in modo rapido, nemmeno quelle biodegradabili o compostabili. Queste ultime nel suolo rimangono integre dopo due anni, mentre le buste di tutti i materiali si scompongono in frammenti che si disperdono dappertutto nell’aria.

spesa con sacchetti di plastica

Lo studio dei ricercatori è durato tre anni: le buste di quattro diversi materiali sono state testate, da quelle in polietilene ad alta densità (la plastica tradizionale da idrocarburi), a quelle in plastica oxo-biodegradabile (prodotte da idrocarburi e addizionate con sostanze che ne favoriscono la frammentazione in tempi brevi), in plastica biodegradabile (che si dissolve nell’ambiente al 90% in sei mesi), e in plastica compostabile (che si disintegra in tre mesi, e può essere utilizzata per produrre il fertilizzante compost).

Il test è stato eseguito in ambienti distinti, e cioè all’aria aperta, sotto terra, nell’acqua marina, e in condizioni di laboratorio. Ciò che si è rilevato, è stato che in mare la busta compostabile è sparita completamente in tre mesi, ma nel suolo era ancora presente dopo 27 mesi, mentre, passati nove mesi di esposizione all’aria aperta, tutti i materiali si erano disintegrati in frammenti. “Complessivamente i nostri risultati mostrano che per nessuna delle buste si può essere certi che mostri un sostanziale deterioramento in un periodo di tre anni in tutti gli ambienti. Non è quindi chiaro se le formule oxo-biodegradabile o biodegradabile forniscano tassi di deterioramento sufficientemente avanzati da essere vantaggiosi, al fine di ridurre la spazzatura marina, in confronto alle buste convenzionali”, si legge nella ricerca.

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Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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