VENEZIA. Come garantire un futuro alla Basilica di San Marco a Venezia esposta alle minacce del turismo di massa (5,5 mln visitatori annuali) e delle infiltrazioni di acqua salmastra della laguna? A questo interrogativo hanno cercato di rispondere i protagonisti di un convegno a Venezia con l’obiettivo di proteggere l’edificio consacrato nel 1094, che ha coinciso con i primi test di un sistema che dovrebbe far sì che il nartece – o porticato- della Basilica sia protetto dall’acqua alta.
Un fenomeno che nell’eccezionale quota raggiunta il 29 ottobre 2018 ha gravemente danneggiato lo spazio d’ingresso alla chiesa, particolarmente i basamenti delle colonne marmoree. Con questo sistema, costato 2 mln di euro, si risparmia a quest’area 900 ore all’anno di acqua salmastra. Sotto alla piazza ci sono dei condotti in laterizio settecenteschi che erano danneggiati. Sono stati restaurati. Essi sono collegati con bocchette che vengono chiuse in caso di acqua alta. Delle pompe, poi, espellono l’acqua che si accumula.