• 22 Novembre 2024
  • STORIA

I primi anni della CEE e le mire di De Gaulle

(Prima parte)

“Europa in pillole”, rubrica a cura del Prof. Franco Peretti

Gli anni, che vanno dal 1958 al 1969 sono molto importanti e significati per la storia della Comunità Economica Europea (CEE). Si registrano due eventi, che interessano gli stati del vecchio continente: da un lato ci sono i primi passi, e di conseguenza, le prime decisioni della Comunità, la quale ufficialmente incomincia ad operare, dopo la sottoscrizione dei Trattati di Roma, che prevedono l’inizio dell’attività il 1 gennaio 1958, dall’altro si registra il ritorno in Francia sulla scena politica, con responsabilità di governo ai massimi livelli, di un personaggio, dotato di forte carisma, che ha già operato durante la seconda guerra mondiale, che è un convinto assertore di una azione governativa idonea a dare alla Francia un ruolo a livello internazionale di grande importanza: il generale Charles De Gaulle. Evidentemente l’avvio di una nuova entità politica, la Comunità Economica Europea e il ritorno quasi contestuale di De Gaulle sono destinati non solo ad una sovrapposizione puramente temporale, ma sono destinati ad un reciproco condizionamento.

L’impostazione politica di De Gaulle

E’ subito opportuno sottolineare che la visione politica, che de Gaulle ha dell’Europa, è molto particolare, subito quindi gli altri promotori della appena costituita CEE studiano preoccupati le mosse del nuovo inquilino dell’Eliseo. Il generale francese infatti ritiene, e questo è il suo progetto, di inquadrare l’Europa in un contesto, in cui gli Stati nazionali hanno un ruolo con più peso e più responsabilità e di conseguenza sono chiamati a non cedere quote di sovranità ad un ente sovranazionale, nella fattispecie la Comunità, ma sono chiamati a svolgere attività di coordinamento reciproco. In questo contesto, che rappresenta una rivisitazione del progetto europeo iniziale, scompare l’idea di un organismo sovranazionale dotato di poteri forti e prevalenti sulle scelte delle singole nazioni. Nella mente di De Gaulle vi è anche un piano segreto, se si vuole implicito, per assegnare alla Francia un ruolo di preminenza. Dirà presto De Gaulle per dimostrare la sua tesi, che bisogna creare l’Europa degli stati, tutto il resto è mito, discorsi, sottomissioni. Per avere quadro completo della politica gollista si deve anche aggiungere che il generale desidera riportare la repubblica francese ad un livello significati in ambito mondiale, per questo cerca di dare alla Francia un marcato ruolo internazionale e si scontra per realizzare questo disegno sia con il Regno Unito sia e soprattutto con gli Stati Uniti, che proprio in questi anni vivono una fase di cambiamento. Nel 1960 infatti si verifica il passaggio dalla amministrazione repubblicana di Eisenhower a quella democratica di Kennedy. L’analisi di quel periodo della storia americana mette in evidenza una nuova strategia statunitense per quanto riguarda il controllo territoriale e la sicurezza. Si passa dalla dottrina della “ rappresaglia massiccia” alla dottrina della “risposta flessibile”. Tutti cambiamenti destinati a condizionare le politiche delle istituzioni collegate agli Stati Uniti. L’inquilino dell’Eliseo ha idee molto chiare: agisce per assegnare all’Europa il ruolo di terza forza mondiale, che come tale deve collocarsi tra le due superpotenze URSS e USA. Nello stesso tempo però lavora per assegnare alla repubblica francese una posizione di preminenza. In parole semplici: attenzione e collaborazione per creare una comunità europea, ma contemporaneamente svolge attività internazionale per garantire alla Francia la grandeur, che da un punto di vista storico si merita.

Charles De Gaulle e John Fitzgerald Kennedy (Wikipedia)

L’evoluzione politica di De Gaulle

Per costruire concretamente l’Europa degli Stati, De Gaulle si muove con molta rapidità e forza. La sua azione ha due precise direzioni: cerca un alleato per l’Europa e cerca di conquistare un ruolo internazionale, tentando di coinvolgere il Regno Unito e gli Stati Uniti. Per quando riguarda la Comunità la sua attenzione si rivolge alla Germania e in particolare al suo cancelliere Adenauer. Vuole con lui stringere un’alleanza franco-tedesca per realizzare il suo piano europeo. Sotto questo aspetto il suo tentativo produce gli effetti sperati, perché Adenauer ha molta stima del generale e pertanto accetta le sue proposte, sottoscrivendo un patto che rappresenta la premessa di collaborazioni future. È bene però ricordare che, se il cancelliere tedesco vede di buon occhio questo accordo, dello stesso avviso non è il parlamento della Germania Occidentale, che, anche se alla fine ratifica il documento di accordo, preferisce nella sostanza guardare oltre oceano e tenere concreti e corretti rapporti con gli Stati Uniti. Per quanto riguarda invece i rapporti internazionali, ed in particolare quelli con l’Alleanza Atlantica, De Gaulle vuole contare di più nella NATO. Per questo avvia trattative segrete per proporre un direttorio a tre, formato da Francia, Inghilterra e Stati Uniti per la gestione della politica della difesa. La costituzione del direttorio rappresenta per De Gaulle la condizione irrinunciabile da parte francese per contribuire al rafforzamento dell’Alleanza Atlantica. La proposta gollista non viene accettata e questo comporta l’avvio di un rapporto molto conflittuale da un punto di vista diplomatico con Stati Uniti e Gran Bretagna.

Konrad Adenauer con il figlio Georg

La posizione della Gran Bretagna

In questi anni, in modo particolare negli anni 1958 e 1959, il Regno Unito assume un atteggiamento sostanzialmente ostile alla CEE, che vede come un concorrente molto pericoloso nell’ attività commerciale, anche perché il mercato comune realizzato dalla Comunità si impone a livello internazionale. Proprio per bloccare questo avvio positivo della CEE il Regno Unito promuove nell’anno 1959 una organizzazione per fare concorrenza ai sei paesi della Comunità. Questa istituzione, promossa dal governo di Londra prende il nome di EFTA (Eurpean Free Trade Association) e a questo organismo aderiscono Austria, Danimarca, Norvegia, Gran Bretagna, Portogallo, Svezia e Svizzera. Certamente l’EFTA nasce meno forte da un punto di vista commerciale della CEE e con il passare tempo si dimostra sempre più debole. Recenti ricostruzioni storico-politiche tendono a vedere nella EFTA un’iniziativa inglese portata avanti per rendere più forte la posizione dell’Inghilterra qualora avesse deciso di chiedere l’adesione alla CEE. Cosa in effetti che avviene molto presto, anche perché l’America vuole che il Regno Unito faccia parte della Comunità Economica Europea. Questa posizione USA è ribadita da Kennedy anche negli anni successivi alla richiesta inglese di ingresso nel mercato comune europeo, richiesta non ancora approvata dalla CEE nonostante sia già passato parecchio tempo. In un discorso tenuto a Filadelfia il 4 luglio 1962 il presidente americano sollecita la Comunità ad accettare l’istanza britannica. Già in questo momento è nota la posizione di De Gaulle contrario ad accettare nel consesso dei sei l’Inghilterra.

In verde chiaro ex-stati membri EFTA, in verde scuro attuali stati membri EFTA

De Gaulle ed i piani Fouchet

De Gaulle, uomo molto deciso e pratico, avvia dopo una serie di consultazioni, un progetto, il suo progetto, per rendere operativa, secondo la sua visione, la Comunità Economica Europea. In sede di riunione dei capi di governo propone di nominare una commissione per mettere a punto un “piano di riforma” della collaborazione tra i sei stati della Comunità. Viene dato l’incarico al francese Christian Fouchet che produce, in tempi successivi, due ipotesi progettuali. Nei documenti prodotti sostanzialmente i punti fondamentali sono tre:

  1. Un consiglio dei ministri formato dai capi di stato e di governo degli stati membri. Questo organismo deve tenere riunioni di massima ogni quattro mesi. Le deliberazioni devono essere nella prima fase adottate all’unanimità ( una clausola prevede la revisione di questa norma ed il passaggio dall’unanimità alla maggioranza dopo un certo periodo.)
  2. Un’assemblea parlamentare europea con particolari poteri di controllo nei confronti del consiglio dei ministri, con possibilità di proporre raccomandazioni ed interrogazioni.
  3. Una commissione esecutiva composta da alti funzionari designati dagli stati membri con il compito di preparare le deliberazioni del consiglio e di garantire le esecuzioni delle delibere del consiglio.

Questa impostazione, basata sul principio di cooperazione tra gli stati, pone gli stati in una posizione di supremazia rispetto agli organi della Comunità.
Non avrà questo progetto vita lunga. Sarà lo stesso De Gaulle a farlo ritirare per proporre, sempre il generale, un nuovo progetto.

Franco Peretti

Professore ed esperto di diritto europeo

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