ROMA. Il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, si è espresso durante la dodicesima conferenza tra il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e la Banca d’Italia.
Al centro del dibattito è stato affrontato il tema dei nuovi equilibri, o prendendo a prestito le parole di Visco “disequilibri”, nel sistema delle relazioni internazionali e le nuove sfide poste alla governance mondiale; queste ultime riguardano in parte problemi connessi agli effetti della globalizzazione, del progresso tecnico e delle tendenze demografiche. Il Governatore ha elogiato gli straordinari progressi ottenuti nella lotta alla povertà e nel miglioramento delle condizioni di vita, analizzando che il numero di persone in situazione di povertà estrema si è più che dimezzato,i il tasso di mortalità infantile nei bambini di età inferiore ai cinque anni si è ridotto al di sotto del 40 per mille a livello globale, l’aspettativa di vita è salita da 65 a 72 anni, con punte di oltre 82 anni in diversi paesi, tra cui l’Italia. Ma i benefici del progresso tecnologico e del rapido sviluppo economico non sono stati tuttavia equamente distribuiti.
È stata aperta anche una disamina sulla Cina, probabilmente anche in riferimento ai recenti accordi della cosiddetta “Via della seta”, nel quale ha mostrato come il prodotto mondiale cinese, che nel 1980 era appena la metà di quello italiano, nel 1999 ha superato quello del Giappone, nel 2010 quello dell’intera area dell’euro e nel 2014 anche quello degli Stati Uniti, divenendo il più elevato al mondo. Questa ascesa economica e geopolitica della Cina ha fatto in modo da ridurre progressivamente la leadership globale statunitense, che anche in relazione a questi mutamenti economici globali, sono tentati dal ripiegare verso politiche isolazioniste.
Visco ha voluto evidenziare che: “L’aumentata incertezza di natura geopolitica si sta ripercuotendo sugli scambi internazionali e sulla propensione agli investimenti. Il prodotto mondiale e il commercio internazionale hanno registrato rallentamenti più intensi del previsto nella seconda metà del 2018. In Italia, dove l’attività economica ha segnato una flessione nello stesso periodo, ai problemi di natura congiunturale si aggiungono quelli strutturali, di cui ho più volte discusso in passato, e un significativo peggioramento delle condizioni di finanziamento del debito pubblico. Nel nostro paese, come in altre economie avanzate, sono urgenti interventi volti a contrastare più efficacemente il rallentamento economico e l’aumento della povertà. – Il Governatore di Bankitalia ha inoltre aggiunto – Per creare opportunità di lavoro stabili, tuttavia, non basta un semplice sollievo congiunturale. Le misure tradizionali di tipo redistributivo devono affiancarsi alle riforme strutturali da anni al centro de dibattito. Occorre assicurare la stabilità finanziaria, avendo una strategia chiara e credibile per la riduzione, nel medio termine, del peso del debito pubblico sulla nostra economia”.