Il 21 marzo si celebra Sant’Elia, eremita. Secondo la tradizione locale novarese, Elia è stato il successore di San Giulio nell’opera di evangelizzazione delle terre cusiane. Secondo la “Vita di San Giulio” egli avrebbe dato sepoltura al giovane senatore Audenzio e si dedicò alla cura della chiesa edificata da Giulio stesso. Successivamente, Elia fu ritenuto il secondo vescovo di Sion vissuto agli inizi del secolo V che, dopo aver lasciato la sua sede episcopale, si sarebbe recato a soggiornare come sacerdote o eremita presso l’isola di Orta.
Purtroppo non è possibile stabilire su quali basi è stata proposta una simile identificazione che non è suffragata da alcuna testimonianza storica attendibile. Nell’arte locale, Elia è raffigurato con abiti scuri e semplici, quasi monacali, simili a quelli con cui è ritratto San Giulio nell’affresco del XV secolo, visibile sulla parete sinistra della basilica dell’isola di San Giulio, che ricorda l’incontro tra i due santi. Unico riferimento alla sua presunta esperienza episcopale è la mitria, recata da un angelo, accanto al busto reliquiario settecentesco posto in una nicchia del coro.
I presunti resti del santo, rinvenuti nel 1697 in una sepoltura individuata sul pavimento della chiesa, vennero successivamente collocati all’interno dell’altare marmoreo della cripta, accanto a quelli degli altri santi dell’isola, ove tutt’ora riposano. Il giorno per il ricordo di Elia era diversamente assegnato dagli antichi calendari al 21 marzo o al 13 aprile.