Se volessimo provare a catalogare tutte le auto iconiche e leggendarie nella storia dell’automobilismo probabilmente ci impiegheremo un’eternità, il sito noicompriamoauto.it ha provato a selezionarne cinque cercando di mettere tutti d’accordo senza esclusioni illustri.
Possiamo considerare l’auto come un normale mezzo meccanico? Semplice connubio tra tecnica e tecnologia? O in realtà possiamo considerarla come parte integrante della nostra storia, dei nostri ricordi e delle nostre avventure? Dovendo scegliere, la seconda opzione sembrerebbe quella più logica, proviamo a scoprirne i perché:
1.VOLKSWAGEN Maggiolino
Il percorso parte da qui, Germania, Wolfsburg per la precisione, corre l’anno 1938 e l’ingegnere Ferdinand Porsche, prende in consegna un compito non semplice: quello di progettare un’auto che potesse mettere su strada un intero Paese. Nasce il Maggiolino, nome del progetto Volkswagen Typ 1, ma per tutti in Germania si chiamerà Käfer, Coccinelle in Francia e Beetle in Gran Bretagna. I nomi sono veramente tanti come gli anni nei quali ha prestato degnamente servizio battendo molti record. Purtroppo Volkswagen ha recentemente annunciato che nel 2019 cesserà la produzione dopo 80 anni.
Qualche dato tecnico:
Esempio per eccellenza di robustezza e semplicità nella costruzione, il maggiolino aveva al momento della nascita un motore boxer 4 cilindri di 1200 cc con raffreddamento ad aria e trazione posteriore, mentre i cavalli erogati erano 34. Impossibile da fermare, tanto che un esemplare esposto al museo Volkswagen ha percorso più di 2 milioni e mezzo di chilometri.
2.FIAT 500
Un balzo in avanti di 20 anni ci porta nell’Italia del boom economico, dove anche qua, una volta smaltite le difficoltà incontrate durante la guerra, insieme alla TV e al frigorifero arriva un mezzo di locomozione rivoluzionario per tanti aspetti. Il mezzo in questione è lungo meno di 3 metri e alto nemmeno la metà, nasce dalla mente di Dante Giacosa con l’aiuto di un giovane impiegato della Deutsche Fiat. 4 posti sorprendenti e due stemmi, FIAT all’anteriore e 500 al posteriore.
Qualche dato tecnico:
Aveva molto poco ma svolgeva bene il compito per il quale era stata progettata, bastava inserire la chiave e partiva, non aveva bisogno di cromature o cerchi in lega. Il motore posizionato posteriormente era a sbalzo, 13 cavalli per una cilindrata di 470cc con un cambio a 4 marce non sincronizzato. Le portiere si aprivano controvento e le luci non avevano nemmeno il tasto d’accensione, erano abbinate alla chiave dell’auto. Poco importa se sei già una leggenda.
3.MINI Minor
Nel 1956 a causa del conflitto di Suez, la crisi petrolifera e l’aumento dei prezzi colpirono duramente le case automobilistiche, che per non avere cadute sulla produzione e sulle vendite dovettero subito adattarsi cercando di progettare qualcosa che fosse in linea con le necessità dell’epoca, costi e consumi contenuti.L’uomo della provvidenza fu Alec Issigonis che progettò la Morris Mini Minor conosciuta da tutti in tutto il mondo come Mini. Scattante, leggera e agile stupì tutti sin dal giorno della sua presentazione, tanto che partecipò anche al mondiale rally con risultati di tutto rispetto.
Qualche dato tecnico:
850cc e 34 cavalli erogati dal motore posto in posizione frontale trasversale aiutavano a scattare nel traffico con grande agilità, ma questa soluzione fu utile anche per recuperare molto spazio all’interno dell’abitacolo, tanto che i posti erano 4. Sospensioni a ruote indipendenti e cerchioni piccoli per ridurre gli ingombri. 305 centimetri per 103 di altezza, posto nell’olimpo delle auto meritato a pieni voti.
4.FIAT Panda
Facciamo un bel balzo in avanti, anni 80’, nel panorama stilistico dell’automotive un nome è già ben affermato e continuerà ad esserlo negli anni a venire, Giorgetto Giugiaro. Proprio dalla sua matita, che ha già regalato icone come l’Alfa Giulia Sprint e la Golf, nasce un’altra importante utilitaria, nuda, cruda ed essenziale “come un paio di jeans” così la definì Giugiaro stesso, la Panda. Nemmeno i terreni più impervi sono riusciti a fermarla, che con la sua versione 4X4 è riuscita ad intimorire altre vetture ben note per le capacità da fuoristrada raggiungendo nel 2004, il campo base a più di cinquemila metri di altezza sul monte Everest.
Qualche dato tecnico:
Nasce inizialmente con un motore bicilindrico da 652cc per poi raggiungere la cilindrata di 903cc a quattro cilindri, una delle sue caratteristiche principali erano i sedili posteriori ad amaca, 30 cavalli e cristalli appiattiti per risparmiare peso. Niente di sconvolgente se si pensa che era un prodotto che si posizionava alla base del mercato più di 30 anni fa.
5.PORCHE 911
In casa Porsche fino all’anno 1963 la sportiva stradale per eccellenza era lo storico modello 356 e dopo anni di aggiornamenti e migliorie era arrivato il momento di andare oltre. Nacque così la 901, non dice molto è vero, perché tutti la conoscono con una sigla diversa, 911. Porsche dovette rinominarla perché in quello stesso periodo tutti i modelli Peugeot avevano uno 0 nella loro denominazione dei modelli. Da una necessità ne è nata una leggenda che ancora oggi a quasi 60 anni di distanza non ha cambiato niente di quella che è la sua idea originale di progettazione ed estetica.
Qualche dato tecnico:
Bassa e affilata, i tipici fari tondi si distinguono sul frontale e il tetto casca dolcemente verso la parte posteriore come una vera coupè sa fare. Il motore, un boxer sei cilindri a sbalzo nella parte posteriore erogava 130 cavalli di potenza ed il raffreddamento come tradizione era ad aria. Sospensioni a quadrilatero le davano un handling sorprendente per l’epoca ma il vero tratto distintivo era all’interno: il cruscotto con cinque indicatori tra i quali il contagiri nel mezzo di dimensioni più generose.
Ecco 5 leggende della strada che hanno fatto la storia, ma lo sappiamo bene, ognuno di noi ha nel proprio cuore la sua macchina preferita. Che sia la prima acquistata, quella con la quale andavamo al mare, la macchina del tuo primo amore, quella con cui uscivamo con gli amici, le auto più o meno storiche, che avranno sempre un posto speciale nella nostra memoria.
Gianluca Caronia