TORINO. Mourinho, sempre Mourihno, perennemente Mourinho. Che si tratti di pubblicità, di commenti post partita, di rumors su possibili movimenti in panchina nei maggior club europei o di cadute epiche, l’allenatore di Setubal è sempre sulla bocca di tutti. E’ notizia di questi giorni l’interessamento da parte di Florentino Pérez, presidente del Real Madrid, per il tecnico lusitano, che già aveva allenato i blancos per tre stagioni dal 2010 al 2013, con cui ha vinto un campionato, una coppa di Spagna e una supercoppa.
Peccato che il presidente dopo aver analizzato i risultati del Manchester United dopo l’addio di Mou ci abbia ripensato e abbia dirottato i suoi propositi su una coppia da sogno: pare che sia disposto a spendere 300 milioni di euro per il solo Kylian Mbappè e contemporaneamente riporterebbe nella capitale l’ex allenatore blancos Zinedine Zidane, connazionale dell’attaccante.
E quindi nel giro di qualche giorno José è stato scaricato senza nemmeno essere stato preso realmente in considerazione? Non sarà passato inosservato a Perez e nemmeno alla dirigenza del Real che da quando il tecnico autore del “triplete” nerazzurro ha lasciato lo United, la squadra abbia fatto un’enorme salto di qualità sia a livello di punti che di gioco. Ma il particolare che più ha influito da dopo il 18 dicembre, data dell’esonero, è stato il cambio di “mood” all’interno dello spogliatoio dei Red Devils. In poche parole è cambiato il morale della truppa, un gruppo che si è sempre saputo avesse al suo interno grandi interpreti ma che fino a metà stagione non sono stati in grado di rendere come ci si sarebbe aspettato. Con Mourinho in 17 partite di Premier League la squadra ha collezionato 7 vittorie, 5 pareggi e 5 sconfitte, un ruolino di marcia che aveva messo a forte rischio la prossima qualificazione alla Champions League. E nella fase a gironi della Coppa dalle grandi orecchie Mou ha dovuto ringraziare la Juventus per avergli concesso una vittoria in trasferta, che le ha permesso di avere la strada spianata per il passaggio del turno dopo un inizio di torneo in chiaroscuro. Eppure nella scorsa stagione era arrivato secondo in campionato e l’anno precedente era riuscito a vincere la prima Europa League nella storia del club.
Pogba è stato tra i giocatori condizionati più negativamente , nel corso di questa stagione, delle frizioni tra allenatore, società e una parte dei giocatori. I numeri parlano da soli, ma il gioco e lo spirito in campo espressi dopo il suo addio lo esprimono in maniera ancora più evidente. Con l’arrivo del nuovo tecnico Ole Gunnar Solskjær, la squadra ha ritrovato carattere, qualità e brillantezza. I numeri sembrano sovvertire ogni più rosea previsione: sotto la guida del norvegese i diavoli rossi in campionato hanno collezionato 10 vittorie e 2 pareggi. Ha raccolto più punti di tutte le altre squadre, ed ha stabilito un nuovo record nella storia della Premier: è stato autore della miglior striscia iniziale per un nuovo allenatore, in più dal suo arrivo ha avuto la seconda miglior difesa con 9 gol subiti, e il miglior attacco con 29 reti. Inoltre ieri sera agli ottavi di Champions contro il Paris Saint Germain, al Parco dei Principi, è stato capace di mettere in campo una squadra capace di dominare a lunghi tratti il gioco, portandola a ribaltare un risultato che in molti davano per scontato.
Proprio per questo motivo società, giocatori e tifosi celebrano il nuovo allenatore per la qualificazione, ma sopratutto ringraziano il “mago di Setubal” perché da quando è stato esonerato la squadra si è ritrovata.
Il giorno dopo la qualificazione della squadra inglese ci siamo posti una domanda: non è che a Florentino Pérez sia venuto il dubbio che se avesse riportato Mourinho e le cose fossero andate come a Manchester, non sarebbe più stato rieletto presidente dei Galacticos? Sì, ma non solo per un mandato, probabilmente per sempre. Allora meglio strapagare per due fenomeni francesi che fare la figura del portoghese.