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Rischio idrogeologico: alluvioni e colate di detrito

Con le piogge abbondanti degli ultimi mesi il problema del dissesto idrogeologico è ritornato al centro del dibatto pubblico. Ad esempio una regione come il Piemonte è molto vulnerabile al rischio idrogeologico, così come quasi tutta l‘Italia, dove ogni anno si riscontrano colate di detrito, frane e alluvioni di intensità variabile.

La conformazione geologica-geomorfologica dei versanti gioca un ruolo fondamentale e i processi di instabilità sono ovviamente accelerati e amplificati dal drastico cambiamento climatico e dall’attività antropica dell’uomo. I fenomeni erosivi in zona collinare o montuosa sono sempre esistiti, come cosi l’accumulo di detriti in zone topograficamente più depresse.

Questa è la geologia: affascinante, imprevedibile e da non sottovalutare. Purtroppo c’è una sottovalutazione del fenomeno, nonostante le diversi catastrofi verificate, danneggiando cosi il tessuto economico, produttivo e sociale Italiano.

Impermeabilizzazione e pulizie dei fossi

Le piogge abbondanti e prolungate che si abbattono sul territorio sono ostacolate sia da una eccessiva impermeabilizzazione dello stesso e sia da una mancata pulizia dei corsi di acqua e caditoie. La presenza di detriti e vegetazione impedisce il normale deflusso della acqua decretando cosi un rischio potenziale per il centro urbano e per le abitazioni costruite in prossimità degli alvei.

Pare evidente che metà delle infrastrutture ed abitazioni realizzate vicino a fiumi e torrenti risalga prima degli anni 2000, dove le normative Nazionali e Regionali non erano molto ben definite e soprattutto presentavano una scarsità di contenuto e l’attenzione in campo geologico era trascurata. L’intensa e giustificabile trasformazione del territorio deve essere valutata coinvolgendo a 360° tutti i professionisti coinvolti.

Deforestazione

Il diradamento della vegetazione naturale è un altro fattore scatenante del dissesto idrogeologico. La copertura vegetale ha la funzione di evitare l’erosione del suolo e quindi l’innescarsi di fenomeni franosi, i quali, in caso di eventi metereologici, aumentano la loro portata di deflusso a valle del territorio. Per intenderci, il bosco ha una azione regimante, trattenendo una parte di acqua grazie ai loro apparati fogliari e allo stesso, stabilizza naturalmente il terreno. Ovviamente, è importante anche considerare che non tutte le specie arboree presentano la stessa funzionalità.

dissesto idrogeologico
Indagine sismica per la caratterizzazione geotecnica del terreno

Colata di fango: caso studio Bardonecchia

Un esempio di colata detritica o debris flow è stata osservata lungo il Torrente Merdovine a Bardonecchia, in provincia di Torino. Questo flusso detritico si è scatenato in seguito a piogge intense verificate nei giorni precedenti all’accaduto, trasportando a valle blocchi di roccia di dimensioni variabili e detriti che si muovono per gravità lungo il canale meandriforme del torrente.

Tale fenomeno è estremamente pericoloso in quanto si muove ad alta velocità, percorrendo addirittura grande distanze. La combinazione di fattori climatici, idrici, morfologici e l’assenza di sistemi di contenimento e di prevenzione ha portato ad un vero danno potenziale per la città alpina.

In poche parole c’è stato un aumento degli sforzi di taglio, creando una dilatazione della massa solida; quest’ultima indebolita, scorre per gravità come un fluido visoplastico. La presenza di processi di disgregazione degli ammassi rocciosi a produrre minerali argillosi rappresentano un fattore scatenante associato a intervalli piovosi regolari, soprattutto in estate.

Come salvaguardare il territorio

Per la mitigazione dei rischio idrogeologico è importante prendere in considerazione i piani di monitoraggio locali (come i già presenti piani di assetto idrogeologico e di gestione del rischio delle alluvioni), applicazioni tecniche satellitari, lo studio delle caratteristiche geologiche e geotecniche del terreno e degli ammassi rocciosi, manutenzione del territorio, interventi agro-forestali e la programmazione di opere strutturali di laminazione idraulica in caso di esondazioni dei fiumi o piogge intense.

Eventualmente, ai dati direttamente ottenuti in sito, si potrebbero correlare anche analisi geofisiche indirette al fine di caratterizzare il suolo a diverse profondità sfruttando la velocita delle onde sismiche, la resistività elettrica o la magnetizzazione.

L’importanza delle risorse del PNRR

È necessario operare con cautela, aggiornando i Piani Regolatori Comunali e ad ogni intervento edilizio, sia di piccola o grande entità, è fondamentale uno studio geologico locale. La pianificazione e il monitoraggio geologico devono essere propedeutiche in fase di nuova edificazione o di ristrutturazione o di qualunque intervento strutturale. Tuttavia, è di estrema importanza sfruttare il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR) al fine di utilizzare le risorse per tutelare il territorio e attuare sistemi di monitoraggio all’avanguardia da mettere in sicurezza la popolazione.

La cementificazione e l’incremento delle aree urbanizzate non può ostacolare un territorio o utilizzarla come “scusante”, anche perché, se si vuole essere paragonati economicamente altri paesi Europei, è importante investire in infrastrutture, ovviamente lontani da corsi di acqua e rispettando i vincoli idrogeologici ed idraulici. 

Fabrizio Filipello

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