Per tutti coloro che hanno partita Iva con regime forfettario c’è una data da segnarsi sul calendario del nuovo anno. Dal 1° gennaio 2024 scatta infatti l’obbligo di applicazione per quanto riguarda la fatturazione elettronica.
La misura è prevista all’interno dell’articolo n.° 18 del D.L. n.° 36/22.
Al momento, l’obbligo di e-fattura risulta valido nel regime forfettario soltanto per i soggetti che hanno recepito ricavi o compensi relativi all’anno 2021 superiori ai 25.000 euro.
A partire dal primo giorno di gennaio cambia tutto, in quanto la misura viene estesa a tutti gli altri contribuenti. A fare chiarezza sulle nuove disposizioni inerenti forfettari e fattura elettronica è stata l’Agenzia delle Entrate all’interno della FAQ. n.° 150 del 22 dicembre 2022.
L’ente ha chiarito che l’applicazione dell’articolo 18 del D.L n.° 36/2022 ha sì introdotto l’obbligo per tale categoria di contribuenti, dando però un tempo transitorio di adeguamento ai soggetti inizialmente esclusi.
Tale periodo di transizione terminerà con la fine del 2023, rendendo quindi la fatturazione elettronica obbligatoria per tutti i forfettari.
L’obbligo che scatta dal 1° gennaio interessa non solo i privati che hanno partita Iva a regime forfettario ma anche le altre organizzazioni che usufruiscono di tale sistema contabile, ovvero:
Ma cosa cambia esattamente con l’obbligo di fatturazione elettronica per quanti erano finora esenti con regime forfettario?
La misura è stata introdotta per la prima volta con la Legge di Stabilità del 2018, entrata in vigore dal 1° gennaio 2019 per tutte le cessioni di beni e prestazioni di servizi verso i consumatori finali e tra le imprese.
L’obbligatorietà è scattata dal 1° luglio 2022 per i forfettari con ricavi riferiti al 2021 superiori ai 25.000 euro, per poi essere estesa a tutti gli altri contribuenti dal 1° gennaio 2024.
Come adeguarsi alla novità? Si tratta di qualcosa di ben più semplice rispetto a quanto poteva sembrare fino a pochi anni fa, in virtù del fatto che la ricezione di e-fatture come clienti finali è ormai diventata di uso comune.
Inoltre, le differenze tra fattura cartacea e fattura elettronica sono poi davvero minime, a fronte di un sistema che consente un’elaborazione dei dati più precisa e persino più veloce.
Questo a patto che si scelga di utilizzare un software all’avanguardia: uno strumento indispensabile per questo tipo di documenti.
Quali sono le differenze tra fattura cartacea ed elettronica? Ce ne sono soprattutto due:
Inoltre, la e-fattura va predisposta in un formato preciso indicato da parte dell’Agenzia delle Entrate, quello XML. Per il resto le differenze sono minime: la compilazione è quindi molto simile a quella a cui siamo abituati.
La prima cosa che devono fare i forfettari che ancora non si sono avvalsi di fatturazione elettronica è quella di predisporre un software apposito per l’operazione di elaborazione dei documenti.
Si tratta di un programma che risulta in grado di interfacciarsi con il Sistema di Interscambio, a cominciare dal formato in cui viene elaborato il documento.
Si può trovare secondo diverse versioni che offrono le medesime operazioni di base al livello di emissione delle fatture ma che hanno in dotazione optional diversi. Alcune sono gratuite, altre no.
La scelta del software per la fatturazione elettronica è qualcosa che fa la differenza, complice il fatto che ci sono delle tipologie che si rivelano degli strumenti efficaci a livello di gestione della contabilità, rendendo più semplici e veloci diverse operazioni. L’importante è preferire un format specifico per chi ha partita Iva a regime forfettario.
Vediamo in sintesi di cosa si devono dotare i soggetti a regime forfettario per emettere fattura elettronica:
La e-fattura consente ai contribuenti forfettari di avere un documento di contabilità valido a livello fiscale, risultando così in regola sia con il cliente finale che con l’Agenzia delle Entrate. I movimenti sono tracciabili al 100%.