• 21 Novembre 2024
  • ARTE

Abruzzo musei di Penne nel mirino del viceministro Sgarbi

La condizione di monumenti e di musei in Abruzzo e in particolare a Penne è stata messa nel mirino dal Sottosegretario di Stato alla Cultura Vittorio Sgarbi che, con il suo abituale linguaggio diretto, ha detto “sembrano in insopportabili condizioni di degrado”. Per questo Sgarbi, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara e il Comune, effettuerà un sopralluogo a Penne, effettuerà un sopraluogo.

Il Sottosegretario intanto solleva il problema delle opere custodite all’interno del «MAMeC», il Museo di arte moderna e contemporanea:

«Occorre stabilire i tempi per un vero percorso museale e verificare anche sul piano giudiziario la presenza di opere donate al Museo. Ho accertato il rilievo della donazione di Remo Brindisi, la cui storia è conosciuta, anche in una corretta prospettiva storica, e ho purtroppo verificato che gran parte della “Donazione Galluppi” (55 opere quasi tutte del Novecento) è costituita da opere palesemente false, realizzate in modo trasandato e senza dati certi di provenienza”.

Vittorio Sgarbi prosegue poi sottolineando che “I nomi proposti in modo ingannevole, cosa che presuppone, una imperizia nell’acquisto da parte del Galluppi, prima che una responsabilità da parte dell’amministrazione che non ha fatto gli opportuni accertamenti, sono quelli degli artisti più significativi dell’arte italiana della fine dell’Ottocento e dei primi del Novecento. Arte italiana e europea: Antonio ManciniGiuseppe PalizziUmberto BoccioniGiacomo BallaPaul KleeJoan MiróEnrico Prampolini. Tutti inesorabilmente falsi.

Si salvano un dipinto di Mafai, documentato nel 1967 a Palazzo Strozzi nella mostra curata da Ludovico Ragghianti, e probabilmente l’opera di Filippo De Pisis. Per opere di tale rilievo non bastano nè collezionisti nè storici pennesi. Attraverso la Sovrintendenza – conclude il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbidisporrò una ispezione e una perizia dei dipinti esposti con attribuzioni ingannevoli»

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