Cresce la tensione tra i banchi di Montecitorio per la vicenda legata ad Alfredo Cospito, l’anarchico che si trova al 41 bis e che per protesta contro il carcere duro è in sciopero della fame da oltre 100 giorni. L’uomo è stato trasferito recentemente da Sassari al carcere di Opera, a Milano, per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute.
Il suo legale, Flavio Rossi Albertini, ha riferito che il suo assistito ha deciso di interrompere l’assunzione di integratori alimentari. Decisione che metterebbe ancora più a rischio la salute del 65enne, descritto come “molto provato” a causa del lungo digiuno forzato.
La notte del suo arrivo, a Milano sono state incendiate due auto della polizia locale, gesto poi rivendicato dalla rete anarchica. Mentre ieri sera decine di manifestanti si sono ritrovati all’esterno dell’istituto penitenziario meneghino dove hanno acceso fuochi e intonato cori per i detenuti.
Ma la serata è stata contraddistinta da altri momenti di tensione, tra i quali un lancio di pietre contro un’auto della polizia penitenziaria che stava effettuando il consueto giro di controllo del muro di cinta del carcere. Inoltre è stato aggredito il giornalista del Tg2 Stefano Fumagalli, insieme alla sua troupe, impegnato a girare un servizio all’esterno del penitenziario.
Intanto all’indomani della bufera scatenata in Aula dalle parole dell’onorevole Giovanni Donzelli (FdI) contro il Pd, il ministro della Giustizia Carlo Nordio riferirà sul caso Cospito dalle 16 di oggi alla Camera. Il guardasigilli toccherà tutti gli aspetti legati alla vicenda dopo la bagarre in seguito alle affermazioni per parlamentare di Fratelli d’Italia.
Ieri Donizelli ha lanciato un durissimo attacco contro il Partito Democratico, e più in generale a tutta la sinistra. Dopo aver raccontato di un incontro tra Cospito e alcuni mafiosi detenuti al 41 bis, avvenuto il 12 gennaio scorso, ha aggiunto che poco dopo lo stesso avrebbe incontrato quattro esponenti del Pd che lo avrebbero incoraggiato a proseguire la sua battaglia. A quel punto in aula avrebbe chiesto ai parlamentari di sinistra se fossero dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia.
Ieri in conferenza stampa il ministro Nordio ha sottolineato come lo Stato di fronte alla violenza non sia disposto a trattare con nessuno. Poi ha spiegato i motivi per cui l’anarchico si trova detenuto in regime di 41 bis. “L’ondata di gesti vandalici prova che il legame tra il detenuto e i suoi compagni rimane e tenderebbe a giustificare il mantenimento del 41 bis“.
Mentre la decisione del trasferimento nel carcere di Opera non è stata “un cedimento dello Stato“. Bensì il riconoscimento dell’espiazione della pena in una struttura carceraria dove ci fosse l’assoluta tutela della salute, quest’ultimo principio considerato “sacro e inderogabile”.
Infine sugli aspetti giuridici legati alla decisione di applicare il carcere duro il guardasigilli ha ribadito la totale indipendenza della magistratura, che ha presto in totale autorità tale decisione e che non è stata in alcun modo influenzata dal Ministero della Giustizia o dal Governo.