• 24 Novembre 2024
  • CRONACHE

Pedopornografia e filonazismo su chat Telegram: tre arresti

Incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e religiosi, apologia di gravi crimini anche di tipo terroristico (come omicidi e stragi) e diffusione di materiale pedopornografico. Questi alcuni degli scopi principali diffusi da un gruppo Telegram individuato dalla Direzione distrettuale antimafia ed antiterrorismo di Genova.

La Polizia del capoluogo ligure ha così eseguito tre misure di custodia cautelare nei confronti di altrettanti giovani accusati di far parte del gruppo presente sul noto servizio di messaggistica con sede a Dubai. Due di loro sono finiti in carcere, mentre il terzo è ai domiciliari.

Le indagini che hanno portato all’individuazione e all’arresto dei tre state condotte dalla Digos di Genova e dal Servizio per il contrasto all’estremismo e terrorismo interno, della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione della Polizia di Stato, assieme al Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Liguria e del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.

Idee suprematiste e simpatie per Hitler

Secondo l’ordinanza del Gip, i tre accusati avrebbero realizzato un ingente scambio di materiale suprematista di tipo xenofobo, misogino, omofobo, antisemita e filonazista, oltre alla condivisione di materiale pedopornografico tra gli utenti della chat Telegram chiamata “Blocco Est Europa” e all’esaltazione di stragi.

I giovani, che evidenziavano simpatie per Hitler, avevano anche inaugurato una “campagna di addestramento” al tiro con armi ad aria compressa, utilizzando come bersaglio effigi di cariche dello Stato in zone abbandonate di Genova “nell’ottica di un progetto stragista di enormi dimensioni alle Istituzioni“.

Perquisizioni a minorenni

Gli investigatori della Digos, coordinati dal pubblico ministero Federico Manotti, e dalla collega Gabriella Dotto del gruppo specializzato soggetti deboli della Procura, stanno inoltre eseguendo una serie di perquisizioni nei confronti di alcuni minorenni a Torino, Lanciano e Sanremo, in esecuzione di decreti emessi dalla Procura presso il Tribunale per i minorenni di Genova.

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