Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, in un’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera ha voluto rispondere al fiume di polemiche e agli attacchi incrociati sferrati nei giorni scorsi Partito Democratico, Movimento 5 stelle e Azione a seguito dello sgombero del rave party di Modena e dell’intenzione del Governo di approvare una norma per contrastare i rave illegali.
“Credo sia interesse di tutti contrastare i rave illegali – afferma nell’intervista il titolare del Viminale -. Trovo invece offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti, in cui si esercitano diritti costituzionalmente garantiti a cui la norma chiaramente non fa alcun riferimento“.
Il ministro assicura che l’obiettivo della norma è quello di allineare l’Italia alla legislazione degli altri Paesi europei al fine di dissuadere l’organizzazione di tali eventi che rischiano di mettere in pericolo soprattutto gli stessi partecipanti. “Ricordo che a Modena si ballava in un capannone pericolante e si rischiava una strage. I rave finiscono per tenere in scacco intere zone, pregiudicando attività commerciali e viabilità”.
Sulle polemiche innescate dai leader delle principali forze politiche dell’opposizione Piantedosi ha sottolineato che “In ogni caso, la conversione dei decreti si fa in Parlamento e non sui social” e solo ed esclusivamente nelle sedi istituzionali la proposta verrà esaminata dal governo.
Rimanendo sempre in tema di dissenso sulle decisioni prese e il conseguente confronto con il raduno di nostalgici del fascismo andato in scena a Predappio, evento che aveva raccolto circa 2000 persone, il ministro definisce senza mezzi termini la manifestazione “una pagliacciata che deploro nella maniera più assoluta“.
“Il mio modello di gestione della sicurezza – continua – è fermezza e dialogo: lasciando l’uso della forza pubblica come opzione estrema, per evitare rischi peggiori“. Quando però gli viene fatto notare che non è stata fatta bloccare come il rave party di Modena specifica che “si svolge da anni senza incidenti e sotto il controllo delle forze di polizia”, ma assicura che saranno segnalati all’autorità giudiziaria tutti gli “eventuali comportamenti in violazione delle disposizioni vigenti“.
“Questo governo ha ottenuto un forte mandato elettorale dai cittadini su temi precisi – ricorda Piantedosi – la tutela della sicurezza è una priorità per la coalizione che ha vinto le scorse elezioni, ed occorre agire su più fronti contemporaneamente, rafforzando la presenza delle forze di polizia nelle nostre città ma anche affrontando questioni come il degrado urbano, le fragilità e le marginalità, le difficoltà dei nostri giovani, operando insieme con il mondo della scuola e della cultura“.
Nello stesso tempo il ministro dell’Interno sottolinea l’esigenza di garantire a chiunque il diritto di esprimere il proprio pensiero a maggior ragione se di dissenso, purché questo avvenga “nel rispetto della legalità e soprattutto senza pregiudicare le libertà altrui“.
Il ministro parla a tutto campo del nodo sicurezza e affronta anche il tema migranti e ong: in questo momento al largo dell’Italia ci sono due nave cariche di profughi. Come pensa di regolarsi Piantedosi? “Abbiamo agito fin da subito per dare un segnale immediato agli stati di bandiera non possiamo farci carico dei migranti raccolti in mare da navi straniere che operano sistematicamente senza alcun preventivo coordinamento delle autorità“.
“Al momento questi eventi rappresentano solo il 16% delle persone sbarcate in Italia – aggiunge Piantedosi -. Ma poiché ci facciamo già carico del restante 84% dei migranti che arrivano sulle nostre coste, con altri mezzi o salvati da noi, auspichiamo che la tanto sbandierata solidarietà europea si realizzi. E non solo attraverso i ricollocamenti, peraltro finora sostanzialmente falliti, ma anche accettando di farsi carico dell’accoglienza di quella minima parte che sostanzialmente mette piede per la prima volta in quegli stessi Paesi europei ai quali appartengono le navi che li raccolgono in acque internazionali. Non derogheremo mai ai nostri doveri di salvataggio delle persone in mare, ma crediamo sia arrivato il momento che la solidarietà europea diventi finalmente concreta“.
Sulle intenzioni del governo riguardante la gestione dei flussi afferma: “Io sono convinto che sia necessario bloccare le partenze e verificare nei Paesi di origine e di transito chi può e chi deve arrivare, assicurando un trasferimento ordinato e un vero inserimento sociale. Credo che questa azione vada accompagnata dalla programmazione e dalla offerta di adeguati ingressi legali. Sono gli Stati che devono governare i flussi di ingresso che, se regolari, servono anche al nostro Paese“.