Le sanatorie no vax rappresentano “un’amnistia antiscientifica e diseducativa“, mentre la decadenza normativa dell’obbligo di indossare mascherine in ospedali e Rsa è sbagliata perché “dovrebbe essere resa permanente, indipendentemente dalla pandemia in corso, al fine di proteggere al meglio le persone più vulnerabili da infezioni respiratorie di qualsiasi natura”. È netta la presa di posizione da parte della Fondazione Gimbe, che esprime apertamente il proprio dissenso in merito ad alcune delle misure che il governo guidato da Giorgia Meloni è intenzionato a prendere sulla gestione del Covid.
Per il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, la parola d’ordine “discontinuità“, ribadita più volte dal Governo Meloni “è assolutamente legittima in una repubblica democratica, ma deve essere utilizzata anche per migliorare tutto quello che il Governo precedente non è riuscito a fare: dalla raccolta più analitica dei dati sui pazienti ricoverati agli investimenti sugli impianti di aerazione e ventilazione dei locali chiusi; dall’accelerazione della copertura con i richiami vaccinali all’implementazione di rigorosi protocolli terapeutici per le persone al rischio“.
“Al momento, invece, la discontinuità – denuncia il numero uno di Gimbe – sembra ridursi a un mero smantellamento delle misure in atto e a una vera e propria ‘amnistia’, nell’illusorio tentativo di consegnare la pandemia all’oblio, ignorando le raccomandazioni delle autorità internazionali di sanità pubblica“.
Oggi è in programma un Consiglio dei ministri nel corso del quale si discuterà sulla scadenza dell’obbligo vaccinale Covid-19 per chi esercita la professione sanitari, con la conseguente abrogazione delle sanzioni per l’inosservanza dell’obbligo, e sull’obbligatorietà di indossare i dispositivi di protezione individuale negli ambienti sanitari.
Cartabellotta ribadisce che l’utilizzo della mascherina, così come indicato dalle autorità internazionali di sanità pubblica “è raccomandato in tutti gli ambienti al chiuso affollati e/o poco aerati“. Inoltre avverte che “la pandemia è ancora in corso“, non a caso sia l’Oms sia l’Ecdc hanno invitato tutti i Paesi a essere “preparati e pronti, visto l’imminente arrivo della variante Cerberus e l’imprevedibilità degli scenari a medio-lungo termine”
Mentre è “ben diverso – sottolinea il presidente di Fondazione Gimbe – l’impatto in termini di percezione pubblica di questa ‘sanatoria’, e delle relazioni con la stragrande maggioranza dei colleghi che si sono vaccinati per tutelare la salute dei pazienti e la propria, anche al fine di garantire la continuità di servizio. Peraltro, al di là di una scelta individuale incompatibile con l’esercizio di una professione sanitaria, si tratta di persone che hanno spesso seminato disinformazione pubblica sui vaccini, elevandosi a ‘paladini’ del popolo no-vax, a volte con evidenti obiettivi di affermazione politica individuale“.
Nonostante la profonda disapprovazione nei confronti di una misura tesa a reintegrare i sanitari privi di vaccino anti-Covid Gimbe evidenzia che a livello locale la disposizione potrebbe avere degli effetti positivi nel caso in cui ai professionisti no-vax reintegrati venissero affidate mansioni diverse da quelle clinico-assistenziali, senza però configurare il demansionamento.
Per quanto concerne lo stop alle multe per i no vax over 50 che non hanno ottemperato all’obbligo vaccinale, proposta che non sarebbe all’ordine del giorno del Cdm di oggi, in sostanza sarebbe una sospensione momentanea delle sanzioni, ossia fino al 30 giugno 2023. Una “proposta irrilevante dal punto di vista sanitario – commenta ancora Cartabellotta – ma antiscientifica e fortemente diseducativa, visto che estende la cultura della sanatoria anche alle disposizioni che hanno l’obiettivo di tutelare la salute pubblica“.
Parere invece positivo sulla proposta di una pubblicazione settimanale del bollettino Covid-19 , che secondo Gimbe “appare ragionevole” anche tenendo conto della notevole variabilità giornaliera nella trasmissione e pubblicazione dei dati. Ma nello stesso sarà fondamentale mantenere l’aggiornamento quotidiano dei dati Covid e della campagna vaccinale, e garantirne accesso trasparente ai ricercatori per analisi e studi indipendenti.