• 24 Novembre 2024
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L’Italia riparte dalla Nations League: quale futuro per gli Azzurri?

Nebuloso. Un po’ come il cielo di Londra per almeno trecento giorni l’anno. Lo stesso cielo dove si è materializzata la gloria e si è consumata la disfatta. Un anno fa sul tetto d’Europa, quest’anno agli inferi, al termine di una gara in cui l’Italia è sembrata finta. Dopo la sconfitta contro l’albiceleste di Messi, Lautaro Martinez e Di Maria, l’Italia riparte dalla Nations League e senza il Mondiale in Qatar. E per adesso l’unica cosa che si colora di azzurro non è il futuro, piuttosto la solita nuova maglia che ogni volta sembra voglia celebrare qualcosa di meravigliosamente diverso.

L’Italia riparte dall’UEFA Nations League, la terza edizione di un’altra competizione nata con l’intento di sfamare la voglia insaziabile di calcio degli appassionati di tutta Europa, che ci terrà compagnia in questo primo scorcio d’estate, permettendo ai tifosi anche di provare a fare pronostici sul torneo.

La maggioranza degli interessati a quest’ultimo aspetto sa che esistono delle guide che descrivono, comparano ed elencano i bonus senza deposito messi a disposizione da diversi portali di betting italiani. Tali incentivi consentono – anche senza esborso economico – di poter provare a dire chi la spunterà nelle diverse partite anche di questa competizione, formata da un palinsesto ricchissimo con le sfide delle nazionali più forti d’Europa. Le favorite? Prima dello scivolone interno la Francia era in testa. Occhio allora a Spagna, Belgio e Inghilterra.

Italia Nations League
Sandro Tonali in azione nel primo match di Nations League 2022/23 contro la Germania

Una nuova alba per gli Azzurri

Intanto, l’Italia riparte da zero, salutando quasi pienamente il collettivo di Euro 2021, quello di una rifondazione presunta che in effetti non c’è stata. Molte assenze, vero. Soprattutto con l’Argentina sono mancati i vari Chiesa, Immobile, Verrati e Locatelli. Molti inadeguati come Emerson, Pessina ma soprattutto Belotti e Bernardeschi, a discapito di alcuni come Pellegrini e Tonali, tra i migliori dell’ultima Serie A. Senza dimenticare il baluardo della difesa Chiellini ormai ai box: con tutta probabilità è difficile trovare gli stimoli quando sei a un passo dalla panchina eterna. Il solito dilemma di Bonucci che senza il Chiello sembra non abbia mai abbastanza stoffa.

Bene Bastoni, Jorginho meteora, Zaniolo già a disagio nel 4-3-3 di Mancini che afferma: “Tanti giovani bravi, ma la strada è ancora lunga”. La solita Italia senza un centravanti di peso. Problemi atavici, non c’è ricambio, non c’è abbastanza talento. Non c’è ancora il collettivo, non ci sono ancora i singoli, non c’è ancora il gioco. Le armi su cui Mancini aveva costruito il suo primo ciclo sono ormai spuntate. Il futuro dell’Italia è ancora indistinguibile.

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Da sinistra il centrocampista della Roma Lorenzo Pellegrini e il difensore della Juventus Leonardo Bonucci

Le insidie nascoste nel Gruppo 3, Lega A, di Nations League

L’Italia riparte dal pareggio con la Germania in Nations, in una partita tutto sommato strana, sarà per la novità della competizione e degli stimoli in campo, sarà perché è sembrata una gara con due squadre di centro classifica disposte a non farsi troppo male per non mettere in mostra i propri limiti. Perlomeno l’Italia al Dall’Ara ha mostrato un piglio maggiore tanto da rischiare il successo.

Si continua nel mese di giugno con altre gare dall’esito imprevedibile. Ungheria, doppio confronto con l’Inghilterra e di nuovo Germania. Quella con i magiari è la classica partita in stile Macedonia, avversario inferiore solo sulla carta, poi in campo potrebbe succedere il peggio. Gli inglesi non hanno la memoria corta, Wembley 2021 sembra ieri: il doppio confronto con gli azzurri profuma di vendetta. Mentre il ritorno in Germania è un’altra insidiosissima partita. C’è da scommetterci.

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Il gol del momentaneo 1-0 contro la Germania siglato da Lorenzo Pellegrini

La parola d’ordine è “ricostruzione

Da dove riparte allora l’Italia? O meglio, da cosa dovrebbe ripartire? Probabilmente dalle idee, che adesso mancano, dai giovani dei vivai, che in Serie A crescono sempre troppo tardi, e da nuovi modelli di gioco e di tattica. Eppure Mancini ammette: “L’entusiasmo ce l’ho, mi piace lavorare e allenare, e di idee ne ho da vendere”. Rassicurante, perlomeno. Perché l’Italia ha un disperato bisogno di idee, e forse il calcio è solo lo specchio di un paese in difficoltà da troppi decenni. L’Italia ha bisogno di giocatori in grado di esprimere il proprio talento. Di entusiasmo, umiltà e competenza.

Non può bastare una competizione vinta nella meravigliosa notte di Wembley a far credere che tutto sia stato risolto. Sono in tanti, troppi a credere all’Europeo in Inghilterra la dea bendata vestiva la maglia azzurra. Ma sarebbe esagerato. C’è stata bravura. Ma adesso la realtà ci chiama di nuovo al durissimo lavoro di ricostruzione.

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