“L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia alla fine di febbraio segna una drammatica cesura nella storia recente“. Iniziano così le Considerazioni finali del Governatore di Bankitalia Ignazio Visco a corredo della relazione annuale dell’Istituto di palazzo Koch. Il quadro che emerge per l’economia mondiale e italiana è preoccupante.
Il numero uno di Bankitalia traccia un quadro di incertezza, prima a livello mondiale. La guerra, afferma Visco, “ha peggiorato di colpo le prospettive di crescita dell’economia mondiale, in una fase in cui i danni inferti dalla pandemia non sono ancora del tutto riparati. L’incertezza è drasticamente aumentata a livello globale, investe i pilastri sui quali si basa l’assetto economico e finanziario internazionale emerso dalla fine della Guerra fredda: la convivenza pacifica tra le nazioni, l’integrazione dei mercati, la cooperazione multilaterale”. A preoccupare sono gli scenari futuri, soprattutto nei casi peggiori. Cioè un prolungamento del conflitto con eventuale stop all’approvvigionamento di gas russo. Quest’ultimo scenario, vista la dipendenza da Mosca, sarebbe disastroso per l’Italia.
Un eventuale proseguimento del conflitto potrebbe far perdere al pil mondiale due punti quest’anno e l’anno prossimo. In combinazione con la crescita dell’inflazione, dovuta soprattutto alle fibrillazioni nel mercato dell’energia, prosegue Bankitalia, il calo della crescita avrà pesanti ripercussioni sul potere d’acquisto delle famiglie.
Una guerra lunga potrebbe portare anche ad uno stop del gas russo verso l’Italia. E questo comporterebbe addirittura una recessione per il nostro paese. Lo dice lo scenario peggiore prospettato dalla Banca d’Italia. Il tasso di crescita, già in calo, si ridurrebbe ulteriormente, portandosi in zona negativa. Si ipotizza un -0,3% nel 2022 e un -0,5 nel 2022. “Il tasso sarebbe dunque più basso di circa 4 punti percentuali quest’anno e di 3 il prossimo rispetto a quanto stimato in gennaio, comportando una prolungata recessione“. L’inflazione, inoltre, potrebbe arrivare al 7,8%.
In quest’ottica, “sarà importante che il governo continui a prendere misure di bilancio che frenino il caro energia e sostengano il reddito delle famiglie più colpite“. Ma, avverte il governatore, “in Italia l’alto debito riduce i margini a disposizione. Gli interventi devono esser ben mirati e ben calibrati per massimizzarne l’efficacia e contenerne il costo. L’aumento del differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi conferma che il debito resta un elemento di forte vulnerabilità“. L’inevitabile conclusione è che permane “la necessità di non abbassare la guardia“.