Si sa che i ricercatori del Mit (Massachusetts Institute of Technology) non si accontentino di creare semplicemente delle macchine robot qualsiasi, il loro intento è quello di superarsi ogni volta di più. Da questa esigenza nasce il “mini cheetah”, letteralmente “mini ghepardo”, evoluzione più piccola e più sofisticata del suo predecessore Cheetah 3.
L’automa pesa nove chilogrammi, poggia su quattro zampe mollegiate ed è capace di spiccare salti con grande agilità, riesce a voltarsi rapidamente con una torsione del busto e si sposta in tutte le direzioni, anche su terreni difficili, con una velocità doppia rispetto a quella di un essere umano. A detta del team di ricercatori da cui è stato creato è “virtualmente indistruttibile“, in quanto ogni componente è di facile sostituzione e, particolare non da poco, a costi bassi. L’unico dettaglio ancora in fase sviluppo è un sistema d’atterraggio: l’intenzione è quella di fare in modo che nel caso in cui il robot cada da altezze rilevanti, non subisca danni ingenti e continui ad eseguire la sua missione.
I ricercatori del dipartimento di Ingegneria meccanica del Mit, diretti da Sangbae Kim, sperano di presentare il modello alla Conferenza Internazionale sulla Robotica e l’Automazione in programma in Canada, a Montreal, dal 20 al 24 maggio.