La Corte Costituzionale: Discriminatorio e lesivo della dignità l'automatismo del cognome
Tutte le norme che assegnano automaticamente ai figli il cognome del padre sono illegittime. La ha stabilito la Corte Costituzionale. Da oggi vale la regola che i nati ricevano i cognomi di entrambi i genitori, a meno che, di comune accordo, essi non scelgano di attribuire loro solo uno dei due cognomi.
La Consulta, in una sentenza emessa mercoledì, ha definito “discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio la regola che attribuisce automaticamente il cognome del padre“. La Corte si è pronunciata dopo essere stata chiamata in causa da un Tribunale. A sollevare la questione di legittimità costituzionale è stata la Corte d’Appello di Potenza su un contenzioso tra un comune e una famiglia.
La sentenza, che sarà depositata nelle prossime settimane, di per sé non è però sufficiente a istituire un nuovo modus operandi. Serve una legge che regoli con precisione tutte le fattispecie, come l’ordine dei cognomi o i contrasti tra i genitori, o come il problema del moltiplicarsi dei cognomi già dopo una generazione. In Parlamento ci sono cinque proposte di legge in discussione.
Esulta la ministra della Famiglia Elena Bonetti. “E’ arrivato il tempo di cambiare: abbiamo bisogno di dare corpo, anche nell’attribuzione del cognome, a quella pari responsabilità tra madri e padri che è insita nella scelta genitoriale, ed è compito alto e urgente della politica farlo“. L’esponente renziana si mette dunque a disposizione per favorire l’iter parlamentare. “Garantisco tutto il sostegno del Governo per fare un altro passo fondamentale nel realizzare l’uguaglianza di diritti tra le donne e gli uomini del nostro Paese“.
Di decisione storica parla il segretario del Partito democratico Enrico Letta. “L’Italia è più giusta“, twitta il leader dem. Per la ministra della Giustizia Marta Cartabia si tratta di “un passo avanti verso una effettiva uguaglianza di genere“.