Una turista tedesca di 25anni, in viaggio con il fidanzato irlandese, è morta il 20 gennaio scorso a causa di un malore improvviso. I soccorsi sono arrivati 43 minuti dopo la chiamata del compagno
Si erano innamorati durante la pandemia e avevano deciso di viaggiare attraverso l’Europa, a bordo di un furgone trasformato con le loro mani in camper, per riprendersi in mano quella libertà che in parte il Covid gli aveva tolto. I due protagonisti di questa storia d’amore dal finale tragico sono Janna Gommelt, 25enne tedesca, e Michael Douglas, 34enne irlandese e la loro vicenda è stata trattata questa mattina dalle pagine di Repubblica Roma.
I due il 20 gennaio scorso si trovavano a Focene, frazione di Civitavecchia a una ventina di chilometri dalla capitale, quando la ragazza tedesca è stata colta da un malore improvviso. Immediatamente dopo l’accaduto, alle 15:39, il fidanzato ha contattato il 118, ma l’operatore in servizio dall’altro capo del telefono lo ha messo in attesa in quanto doveva attendere un collega che fosse in grado di parlare e comprendere l’inglese. Al 34enne è stato detto di tenere acceso il Gps per essere individuato ancora più velocemente, ma mezz’ora dopo la prima chiamata dell’ambulanza non c’è alcuna traccia.
Alle 16:10 Michael chiama nuovamente il numero di emergenza e resta in attesa per altri 10 minuti, fino a quando decide di partire con il furgone per andare alla ricerca dei soccorritori. Per attirare l’attenzione suona il clacson come un forsennato, fino a quando riesce ad individuare l’ambulanza a circa quattro isolati di distanza dal luogo nel quale stazionava fino a un attimo prima.
Il mezzo parte solo dopo 15 minuti dopo in direzione dell’ospedale Grassi di Ostia, ma nonostante i tentativi di rianimazione all’arrivo al pronto soccorso per la giovane, a 43 minuti dalla prima chiamata al 118, non c’è stato nulla da fare.
In un’intervista rilasciata a Repubblica il 34enne irlandese si è detto sicuro che se i soccorsi fossero arrivati prima la sua dolce Janna “sarebbe ancora viva“. Ha raccontato di essere stato accolto da 4 carabinieri all’ingresso del pronto soccorso e da questo particolare di aver intuito che Janna fosse già morta. L’uomo in seguito è stato interrogato per 6 ore con Google Translate, ma gli è stata negata la possibilità di parlare con un medico o un infermiere per sapere cosa fosse successo. Infine, alle 22:30, è stato informato del decesso e il corpo della ragazza è stato portato in obitorio. Sul caso la procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio.
Dopo oltre due mesi la famiglia di Janna Gommelt non sa ancora per quale motivo è venuta a mancare la donna. È quanto ha dichiarato a Repubblica Roma Manuele Piccioni, l’avvocato che segue il caso.
Secondo il legale il corpo è ancora in obitorio e l’autopsia è stata eseguita, ma i medici legali non hanno ancora consegnato l’esito . La causa ufficiale della morte, quindi, è ancora ignota, sebbene si presuma un arresto cardiocircolatorio. Ma già a metà febbraio era stata autorizzata la cremazione (prevista per domani) e quindi l’avvocato non si spiega i motivi di tali lungaggini burocratiche perché è logico intuire che le cause della morte sono state accertate.
A quanto pare parte del ritardo accumulato è riconducibile ad errori di trascrizione del nome nella scheda anagrafica della giovane, un particolare che ha creato molta rabbia e delusione nella famiglia.