• 23 Novembre 2024
  • POLITICA

Fine vita, Camera approva suicidio assistito, ddl passa al Senato

Maggioranza ampia alla Camera al ddl sul suicidio assistito

La Camera ha approvato il disegno di legge sulla morte volontaria medicalmente assistita. I sì sono stati 253, i no 117. Il testo ora passa al Senato. A favore hanno votato Movimento 5 stelle, Partito democratico, Leu e Italia viva, contro tutto il centro destra. Non sono mancati da una parte e dell’altra deputati che si sono espressi in modo diverso dal gruppo di appartenenza.

Letta: “Fatto storico”

Soddisfatto il segretario del Partito democratico: “E’ un fatto storico. Non ci avrei sperato – ha detto Enrico Letta durante una diretta Twitch – ma c’è stato un ottimo lavoro del Parlamento. Il testo è stato approvato con una maggioranza abbastanza larga e importante“. Il leader dem si è detto meno preoccupato rispetto al ddl Zan perché, ha spiegato, “siamo riusciti a creare uno schieramento più largo attorno a un tema che è cambiato nel tempo“.

Conte: “Fondamentale passo in avanti”

Commento positivo anche dal presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte. “Compiamo – scrive su Facebook – un fondamentale e deciso passo in avanti sul tema, complesso e delicato, del fine vita, nel perimetro già indicato dalla Corte costituzionale“.

Cosa dice la legge

Il testo recepisce la sentenza della Corte costituzionale del 2019. La Consulta, dopo aver assolto Marco Cappato per aver aiutato Dj Fabo a morire, chiese al parlamento di colmare il vuoto normativo. Si tratta del suicidio medicalmente assistito, e non dell’omicidio del consenziente, oggetto invece del referendum bocciato dalla Corte costituzionale. Nel primo articolo il provvedimento istituisce “la facoltà della persona affetta da una patologia irreversibile e con prognosi infausta o da una condizione clinica irreversibile di richiedere assistenza medica, al fine di porre fine volontariamente e autonomamente alla propria vita“.

Chi può accedervi

Nel corso dell’esame sono stati posti alcuni paletti per accedere alla pratica, nel tentativo di arrivare ad un testo condiviso. Può chiedere il suicidio assistito il paziente maggiorenne, in grado di intendere di volere, che sia stato già coinvolto in un percorso di cure palliative e le abbia rifiutate. Deve essere affetto da una patologia irreversibile e da prognosi infausta, che cagioni sofferenze fisiche e psicologiche assolutamente intollerabili. Inoltre il paziente deve essere tenuto in vita da trattamenti sanitari di sostegno vitale, la cui interruzione ne provocherebbe il decesso.

L’obiezione di coscienza

Una delle novità introdotte nel corso della discussione in commissione alla Camera è la possibilità per il personale sanitario di ricorrere all’obiezione di coscienza. Gli ospedali pubblici sono comunque tenuti ad assicurare il suicidio assistito ai pazienti che abbiano ottenuto il diritto. Ovviamente non c’è reato per i medici che aiutano i pazienti a ricorrere al suicidio. E la norma si applica anche retroattivamente a quanti sono stati condannati per aver agevolato la morte volontaria.

Emanuele Iacusso

Classe 1971, studi di filosofia, giornalista professionista. Si occupa da 20 anni di politica, come assiduo frequentatore di Palazzi romani. Ha lavorato lungamente in radio e in televisione, presso importanti network nazionali. Tra le passioni i motori, l'astronomia e lo sport.

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