• 22 Novembre 2024
  • POLITICA

Giustizia, in Cdm lo stop alle “porte girevoli” per i magistrati

Il governo si prepara a varare la riforma che impedisce ai giudici che hanno svolto ruoli politici elettivi e non di tornare in tribunale

Sul tavolo del Consiglio dei ministri in corso in questi minuti a palazzo Chigi c’è la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura. Il ministro della giustizia Marta Cartabia sta presentando ai colleghi il provvedimento che prevede, sostanzialmente, lo stop alle cosiddette “porte girevoli“. La possibilità cioè che un giudice, dopo aver ricoperto cariche elettive, possa tornare a svolgere il suo ruolo di magistrato.

Stop alle “porte girevoli” per tutti gli incarichi di governo, anche non elettivi

La bozza iniziale della guardasigilli parlava di restrizioni solo per i giudici di ritorno da cariche elettive di qualsiasi genere e livello, in parlamento, comune o regione, o ruoli di ministro, sottosegretario o assessore. Ma il pressing dei partiti ha indotto Cartabia a rivedere il testo che ora include il divieto per 3 anni di svolgere funzioni giurisdizionali ai magistrati che abbiano ricoperto incarichi di capi di gabinetto o direttore generale di un dicastero: per un triennio sarebbero assegnati ad incarichi diversi dalla giurisdizione. Lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi avrebbe spinto in questo direzione per una questione di “coerenza“.

Marta Cartabia, presidente del Consiglio Superiore della Magistratura

Il nodo Csm

L’altro punto in discussione è l’elezione del Csm. La bozza Cartabia riporta il numero dei componenti a 30 (oggi sono 27), 20 togati e 10 nominati dal parlamento. Per la parte togata è previsto un sistema elettorale misto, che consentirebbe di ridurre il peso delle correnti. Alcuni partiti, come Forza Italia e Lega, chiedono il sorteggio dei posti, ma la Guardasigilli ha già spiegato che questo sarebbe in contrasto con la Costituzione. Il testo che oggi dovrebbe uscire dal Consiglio dei ministri diventerà poi un emendamento al disegno di legge presentato dall’ex ministro della giustizia Alfonso Bonafede e attualmente in discussione alla Camera.

Emanuele Iacusso

Classe 1971, studi di filosofia, giornalista professionista. Si occupa da 20 anni di politica, come assiduo frequentatore di Palazzi romani. Ha lavorato lungamente in radio e in televisione, presso importanti network nazionali. Tra le passioni i motori, l'astronomia e lo sport.

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