In Italia continua a calare il numero dei nuovi contagi da Covid-19, ma il numero di morti provocati dal Coronavirus rimane stabile. È quanto emerge dal nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe che ha rilevato dal 2 all’8 febbraio una una riduzione di nuovi casi del -27,9% rispetto alla settimana precedente (649.345 contro 900.027). Mentre il numero dei decessi non accenna a diminuire: questa settimana sono state 2.587 rispetto alle 2.581 della settimana scorsa (+0,2%).
Ad eccezione di Calabria, Sardegna e Sicilia (sulla quale pesano i ricalcoli dell’ultima settimana), in tutte le Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi, che vanno dal -9,4% della Basilicata al -50,4% della Valle d’Aosta. Ma sono ancora 70 le province con incidenza superiore ai 1.000 casi per 100.000 abitanti, distribuite in tutte le Regioni ad eccezione di Molise e Valle d’Aosta
In discesa anche il numero dei casi attualmente positivi (1.927.800 contro 2.476.514), le persone in isolamento domiciliare (1.908.087 contro 2.455.092), i ricoveri con sintomi (18.337 contro 19.873) e le terapie intensive (1.376 contro 1.549). Si riduce anche la pressione sugli ospedali, anche se più lentamente rispetto a quella dei nuovi casi: in confronto alla settimana scorsa i posti letto occupati da pazienti Covid diminuiscono sia in area medica (-7,7%) che in terapia intensiva (-11,2%).
I dati raccolti mostrano inoltre un’ulteriore calo del numero dei nuovi vaccinati: 186.744 rispetto ai 278.940 della settimana precedente (-33,1%). Di questi il 41,8% (77.985) è rappresentato dalla fascia 5-11 anni, anche questa in netta flessione rispetto alla settimana precedente (-35,2%). Gimbe evidenzia come nonostante il Governo abbia introdotto l’obbligo vaccinale per gli over 50, oltre a quello di essere in possesso del Green pass rafforzato per potersi recare a lavoro a partire dal 15 febbraio, anche in questa fascia d’età il numero delle nuove inoculazioni scende ulteriormente, attestandosi a quota 47.951. Prosegue il calo anche per le fasce d’età 12-19 e 20-49.
All’8 febbraio sono 7,1 milioni le persone ancora non vaccinate in Italia, circa 300 mila in meno rispetto al 1 febbraio, di cui 1,8 milioni guarite da meno di 180 giorni e 5,3 milioni vaccinabili. Su questo dato Gimbe lancia un avvertimento: “Se da un lato il fatto che oltre 1,7 milioni di persone siano entrate in contatto con il virus alza il livello di immunità della popolazione, dall’altro il numero di persone non protette da Covid-19 è ancora molto elevato e, soprattutto, l’immunità derivante dall’infezione cala progressivamente nel tempo, confermando la necessità di vaccinarsi entro 6 mesi dall’avvenuto contagio”
“I nuovi casi settimanali – spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe –registrano per la seconda settimana consecutiva una netta flessione: circa 650mila con una riduzione del 27,9% rispetto alla settimana precedente e una media mobile a 7 giorni che scende da 121.741 casi del 2 febbraio a 92.764 l’8 febbraio (-23,8%). Un dato in parte conseguente alla minore circolazione del virus, documentata dalla riduzione del tasso di positività dei tamponi, in parte al calo dei tamponi“.
Cartabellotta precisa che la fine dello stato di emergenza, il prossimo 31 marzo, non ha nessun collegamento diretto o base scientifica per credere nella circolazione endemica del virus o addirittura che la fine della pandemia sia imminente. Si tratta di “distorsioni della realtà molto pericolose” causate dall’eccesso di ottimismo e disinformazione che non aiutano a contrastare “l’esitazione vaccinale” e dall’altro lato “rischiano di legittimare decisioni azzardate e rischiose, come la decadenza dell’obbligo di mascherina negli ambienti chiusi“.
“A fronte di elevate coperture vaccinali, booster incluso, e dell’arrivo della primavera, i dati legittimano – conclude il presidente della Fondazione Gimbe – un cauto ottimismo finalizzato al graduale allentamento delle misure“.