Monica Vitti se ne è andata via in silenzio, così come in silenzio ha vissuto gli ultimi anni della sua vita, aggredita da una malattia che non ha avuto rispetto di un’icona, un talento purissimo e multiforme, capace di affascinare i grandi autori del cinema impegnato e poi cambiare tutto e diventare l’attrice più ricercata della grande stagione della commedia italiana.
Romana, di nascita e di indole, era nata il 3 novembre di 90 anni fa in un palazzo di v. Francesco Crispi, con il nome di Maria Luisa Ceciarelli. Il colpo di fulmine con il teatro era arrivato quando era giovanissima. Lo ha raccontato lei stessa. “Passavo spesso davanti all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e vedevo tutti quei ragazzi che mi sembravano così felici”. Decise di inseguire quella felicità anche lei, si iscrisse e si diplomò nel 1953.
Già a quei tempi si mise in luce per la capacità di passare dai classici ai testi più moderni, dalla tragedia alla commedia, in una duttilità che hanno pochi eguali nel panorama dello spettacolo italiano. La voce roca, che poteva essere un ostacolo, divenne invece inconfondibile e capace di adattarsi ai personaggi più diversi.
Nel cinema Monica Vitti ci entra dalla porta principale. Quella dei film d’autore, e l’autore era Michelangelo Antonioni, suo mentore e suo compagno. La prima vita cinematografica di Monica Vitti è quella che la vede tormentata icona dell’incomunicabilità e della fatica di vivere. Quelle incarnate dalle protagoniste de L’Avventura, de La Notte e de L’Eclisse.
A intuire che Monica Vitti potesse nascondere una vena comica fu per primo Mario Monicelli che la volle in quel capolavoro di satira e critica di costume che è La ragazza con la pistola. Bruna, siciliana, arrabbiata ed esilarante, Monica Vitti stupisce il pubblico nel ruolo di una povera ragazza sedotta e abbandonata che medita vendetta.
In quel momento sta nascendo una stella di enorme grandezza. Una stella che brillava anche dei raggi della modernità. Per la prima volta una donna bellissima dimostrava di poter fare anche ridere. E di risate ne fece fare moltissime al pubblico. L’elenco dei film e dei personaggi indimenticabili è lunghissimo, dalla fioraia proletaria del Dramma della gelosia di Ettore Scola a Ninì Tirabusciò la donna che inventò la mossa, all’artista morta di fame nella Roma della guerra di Polvere di Stelle a fianco di Alberto Sordi.
Con Albertone formò una coppia artistica fortunata e popolarissima, chi non ricorda la scena degli schiaffi sulla spiaggia di Capocotta in Amore mio aiutami?
Prima donna della commedia, la Vitti recitò con tutti i più grandi attori della sua generazione, da Mastroianni a Giannini a Proietti a molti altri. Non disdegnò nemmeno la televisione, protagonista di memorabili gag. Negli anni ’80 si cimentò anche nella regia.
L’ultima apparizione pubblica di Monica Vitti e del suo sorriso luminoso, risale al 2001, in occasione della cerimonia dei David. Poi arrivò la malattia a portarla via prima del tempo, a nasconderla nella sua casa, protetta e accudita dal marito Roberto Russo. Ma nessuno in questi anni di silenzio si è dimenticato, né mai si dimenticherà, del grande talento di un’attrice unica.
Valentina Di Nino