La presentazione di Cieli su Torino, a Roma, ha raccolto intorno al curatore Renzo Sicco, una folta presenza di amici. Il regista e scrittore è stato omaggiato per il suo compleanno.
Il regista e scrittore, Renzo Sicco, ha presentato giovedì 25 novembre, a Roma, il volume Cieli su Torino. Il libro è una raccolta di varie storie personali di amici-scrittori sui cambiamenti che Torino ha subito negli ultimi 20 anni. Trentatré autori hanno accolto la proposta del regista e così l’opera letteraria è arrivata alla terza edizione. La presentazione a Palazzo Merulana ha coinciso con il compleanno di Renzo Sicco, il curatore del volume, nonché Direttore artistico di Assemblea Teatro.
“Si, è un piacere questa cosa. La risposta del pubblico è stata molto bella, una grossa presenza, appunto, nonostante le condizioni atmosferiche non favorevoli. Il traffico poi, a Roma, diventa molto ostile, alcuni sono arrivati in ritardo ma sono arrivati lo stesso e questo è bello. È stato come un abbraccio grande attorno a me e al mio lavoro e soprattutto a Cieli su Torino che racconta una città che io amo molto e che è, appunto, Torino.“
“Abbiamo 33 punti di vista, di tanti autori, di tanti occhi che guardano la trasformazione di questa città. Sicuramente Torino era quello che tu stai dicendo, era una città “fordista”, un motore, un fabbrica. C’era la Fiat e, di conseguenza, una grande capitale del lavoro. Era un tappo per l’espressione culturale.
La crisi dell’auto ha creato un’opportunità che, politicamente, la città l’ha saputa cogliere e affrontare curando una trasformazione. Essa l’ha portata a diventare una città appetibile dal punto di vista turistico e, soprattutto, le ha dato una nuova vitalità come succede in tutte le grandi metropoli europee. In questo modo, Torino si inserisce nei grandi cicli di richiamo, di movimento tra i giovani e i turisti che la visitano.“
“No perché le città sono un’entità viva. Io ho vissuto a Barcellona, a Buenos Aires, in Cile, a Porto (Portogallo). Quando ci torni magari le trovi trasformate. Non è comodo perché non trovi il ristorante che conoscevi e e che non c’è più. Che la mia città fosse statica, era un dato di fatto più pesante e il fatto che non lo sia più non mi da nostalgia ma solo piacere.”
“Nella zona dove abitavo, che è una zona centrale di Torino, c’era una grande stazione quella che viene chiamata Porta Nuova. Oggi non è più la stazione principale, ma lo è diventata Porta Susa, vicino a casa mia di adesso. Questo ha creato un cambiamento tutto intorno, ha cambiato il paesaggio che vedo quando esco la mattina di casa. Una cosa molto piacevole è la multiculturalità che vivo sotto i portici davanti casa mia. Sento parlare le lingue del mondo, l’inglese, spagnolo, francese, sento la presenza di una popolazione che prima non c’era. Questo mi rende internazionale ed è bello.”
“Io credo che per questo bisogna avere un’identità locale. Io l’ho fatto sulla mia città, potrei farlo forse su una città come Barcellona dove ho vissuto parecchi anni ma è troppo tempo che sono andato via da lì. Ho potuto creare Cieli su Torino proprio coltivando i rapporti, chiedendo agli amici intimi di raccontare una loro parte personale. Non c’era un’offerta economica , non pagavo il testo, chiedevo disponibilità di condividere per un amico il desiderio di descrivere la propria città. “