Il 24 novembre ricorre il 30° anniversario della prematura scomparsa di uno dei più grandi cantanti saliti sul palco, Farrock Bulsara, in arte Freddie Mercury. Conosciuto come il cantante della rock band Queen, Mercury è ricordato per le sue esibizioni teatrali e vivaci. La sua voce particolare ha contribuito notevolmente al suono iconico della band britannica che ha permesso alla loro musica di resistere alla prova del tempo. Nato a Zanzibar e cresciuto a Londra, Freddie morì a causa dell’AIDS circondato da amici e dai sui due compagni di vita: Mary Austin e Jim Hutton.
La band nasce negli anni ’70 e a partire dal loro album Sheer Heart Attack (1974), i Queen iniziarono ad assumere il loro stile unico. Qui, la voce di Mercury è eccezionale e diversa da qualsiasi altra. Un anno dopo pubblicano A Night at the Opera, che include probabilmente la loro canzone più famosa, Bohemian Rhapsody e altri successi come You’re My Best Friend e Love Of My Life. I Queen sono diventati la band da guardare dal vivo per eccellenza grazie anche alla metamorfosi di Freddie. Egocentrico e insicuro allo stesso tempo, Mercury sentiva il bisogno di svelare la sua omosessualità attraverso i ruoli sul palcoscenico.
Nel 1977 i Queen hanno lanciato le canzoni che collettivamente fanno ciò che la musica sa fare meglio: avvicinare le persone. Non si possono immaginare eventi sportivi di massa senza le note di We Will Rock You o We Are the Champions. Le due canzoni sono intonate anche da chi non è fan della band. Ma negli anni ottanta, Freddie lascia la band e, come solista, pubblica gli album Mr. Bad Guy (1985) e Barcelona (1988) quest’ultimo in collaborazione con il soprano spagnolo Montserrat Caballé. Senza i Queen, però, non c’è magia. Si ricongiunge ai compagni nel 1986, l’anno che coincide con la sua ultima esibizione pubblica davanti a 120.000 persone. Nonostante la salute precaria, Mercury continuò i suoi progetti artistici in studio.
Freddie muore all’età di 45 anni a causa di una broncopolmonite aggravata da complicazioni dovute all’AIDS, con il compagno Jim Hutton e l’ex fidanzata Mary Austin, al suo fianco. Al funerale parteciparono solo 35 persone per volontà del cantante. In seguito fu cremato e le sue ceneri affidate a Mary Austin, la quale le conservò nella sua camera da letto per circa due anni. Tutt’ora il luogo scelto da Freddie per spargere le ceneri è segreto. Lui aveva paura che i fans profanassero la tomba ma quest’ultimi non esitano a organizzare dei veri pellegrinaggi alla casa di Kensington, ereditata da Mary.
Freddie Mercury continua a plasmare l’industria musicale anche 30 anni dopo la sua morte. Un’ispirazione per molti è doveroso pensare nel giorno dell’anniversario della sua morte quanto altro aveva da offrire in materia di arte ma anche come icona per il mondo LGBT.