Teatro delle Donne edizione 2021 mette in scena lo spettacolo sul Massacro del Circeo, raccontando la negazione di quanto accaduto di colei che sopravvisse all'orrore
Il “delitto del Circeo” è uno dei crimini che più profondamente si sono impressi nelle coscienze degli italiani. Ancora oggi, chi nel 1975 era già nato e lo sente soltanto nominare, rabbrividisce e riporta alla memoria il turbamento di un intero paese di fronte a un evento così assurdo.
Ma è stato davvero un fatto assurdo?
In scena martedì 28 e mercoledì 29 settembre al Teatro Studio Mila Pieralli di Scandicci “Circeo: il massacro” racconta quella società e quelle tensioni che si riverberavano nella vita di tutti i giorni e che, con un gioco al rialzo, arrivarono a permettere che certi fatti accadessero.
Raccontare il massacro del Circeo per cercare di capire cos’è la violenza, ma senza mettere in scena quella specifica violenza né i suoi protagonisti. E’ stata questa la premessa che ha portato alla scrittura di un testo che, nonostante abbia le sue radici negli atti di uno dei processi giudiziari più famosi di questo paese, si muove intorno a un altro tipo di processo, quello di negazione.
Donatella Colasanti, la sopravvissuta, nel 1975 aveva soltanto diciassette anni, ed è stata chiamata per tutta la vita a ripercorrere quei fatti, a rispondere alle domande dettagliate dei commentatori, a interpretare i nuovi crimini dei propri torturatori.
Nello spettacolo Donatella Colasanti per difendersi dalla morbosità, dalle domande, dai ricordi all’interno della sua testa, immagini una storia qualunque. Una storia quasi da fotoromanzo: due giovani in una villa al mare, in vacanza, che discutono, scherzano, litigano, si amano.
Quella è la scena principale: una storia qualunque, appunto, per raccontare come la violenza arrivi nella vita, nel corpo e nella testa di tutti noi, anche quando neghiamo a noi stessi che stia succedendo o che sia successo.
Nel 1975 una ricerca giornalistica di Maria Adele Teodori ha stimato, solo in quell’anno, 11.000 casi di stupro in Italia, uno ogni 40 minuti. L’anno prima lo stesso Angelo Izzo era già stato accusato e condannato per aver rinchiuso in una villa e stuprato una ragazza di soli sedici anni.
Pier Paolo Pasolini, in una delle sue lettere luterane, tratteggia una società pervasa dalla violenza, dal sadismo, indipendentemente dall’appartenenza di classe. Non ci sono ambiti circoscritti, situazioni straordinarie, nelle quali la violenza si scatena. Al contrario, la violenza è una presenza quotidiana, abituale sia tra i borgatari che tra i borghesi.
Gli spettacoli si svolgono nel rispetto delle norme anti-Covid, occorre presentare il Green Pass e un documento all’ingresso. Info, prenotazioni e prevendite sul sito ufficiale www.teatrodelledonne.com (tel. 0552776393 – teatro.donne@libero.it), prevendite anche su www.ticketone.it.