Il Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri ( Nucleo TPC di Bologna) e il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bologna hanno messo a segno un’importante operazione, denominata ‘The Italian Job‘, contro il traffico illecito di falsi d’autore. Ieri sono state sequestrate 500 opere d’arte contraffatte, appartenenti a una collezione italiana, attribuite al pittore irlandese Francis Bacon. Oltre alle opere i militari, coordinati dal Gip di Bologna Gianluca Petragnani Gelosi, sono stati confiscati beni, denaro e altre utilità per un valore di oltre 3 milioni di euro.
I provvedimenti sono stati emessi a carico di cinque delle sette persone indagate, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata a consumare una serie indeterminata di delitti contro l’integrità delle opere d’arte e contro il patrimonio.
L’indagine che ha portato a questo maxisequestro nasce nel maggio 2018 come filone dell’operazione “Paloma”. Oltre tre anni fa i Carabinieri sequestrarono numerose opere d’arte contemporanea false in possesso di un soggetto già noto alle forze dell’ordine per reati simili, tra le quali due disegni a firma di Francis Bacon di dubbia autenticità. In seguito a questa scoperta la Guardia di Finanza ha analizzato i movimenti finanziari con l’estero riconducibili all’uomo e approfondito alcune segnalazioni per operazioni sospette dello stesso pervenute da alcuni intermediari finanziari.
Ulteriori approfondimenti di natura finanziaria e complesse indagini tecniche volte a circostanziare la non autenticità dei quadri hanno portato, in seconda battuta, al sequestro tra marzo e maggio 2020 di altre 13 opere d’arte, trovate a Bologna e Treviso, attribuite allo stesso artista.
L’obiettivo del gruppo era quello di accreditare i falsi nel mercato dell’arte attraverso prestigiose esposizioni nazionali e internazionali, cataloghi, siti internet, fondazioni e società di diritto estero, così da accrescerne la “quotazione” per poi rivenderli in maniera fraudolenta e a caro prezzo ad acquirenti ingnari.
Le indagini hanno così condotto al sequestro “impeditivo” dell’intera collezione di opere d’arte e al sequestro “preventivo” finalizzato alla confisca – sia diretta per 1,8 milioni di euro circa, quale profitto del reato di truffa, sia “per equivalente” – di denaro, beni e altre utilità sino al valore di 1,4 milioni di euro circa, quale profitto del reato di autoriciclaggio.
L’esecuzione del provvedimento ha richiesto l’impiego di oltre 60 militari della Guardia di Finanza e dei Carabinieri del Comando TPC che hanno operato, congiuntamente e in stretta sinergia, tra le province di Bologna, Padova, Milano e Treviso.