Scoperta una tomba unica, con reperti che sono una miniera di informazioni e fonte di futura conoscenza della città di Pompei
Arriva una nuova scoperta particolarissima e preziosa, grazie alla sinergia tra il Parco archeologico di Pompei e L’Università di Valencia: una tomba a recinto, con una facciata decorata con dipinti di piante verdi su fondo blu e una camera per l’inumazione oltre un’iscrizione marmorea dalla quale si evince che nei teatri della colonia romana, almeno prima dell’eruzione del 79 d.C, si recitava pure in lingua greca.
La tomba si trova all’esterno di Porta Sarno e risale all’ultimo periodo di vita di Pompei. Il proprietario era Marcus Venerius Secundio, un liberto, un ex schiavo, che dopo il riscatto aveva raggiunto un una elevata posizione sociale e il benessere economico. Era stato custode del Tempio di Venere, , minister degli augustali membro di un collegio di sacerdoti del culto imperiale. Si era potuto permettere una tomba di lusso con tanto di scritte in greco, una lingua parlata dalle classi sociali più elevate.
Il coperto semi mummificato ritrovato nella tomba, si presume sia di Marcus Venerius Secundio ha la testa ricoperta di capelli bianchi, e un orecchio parzialmente conservato, così come piccole porzioni del tessuto che lo avvolgeva. “Uno degli scheletri meglio conservati della città antica”, ha raccontato all’Ansa il direttore del parco archeologico Zuchtriegel. Di fatto, insomma, una miniera d’oro di dati scientifici.
Le prime analisi dicono che il corpo era di un uomo di più di più di 60 anni che non aveva svolto lavori pesanti corrisponde quindi alla posizione di ex schiavo ‘pubblico’ che svolgevano lavori di custodia o amministrativi. Ma il mistero verte sul fatto che l’inumazione era un rito riservato solo ai bambini, a Pompei tutti i cadaveri venivano cremati. Tra le spiegazioni quella fornita dal direttore generale dei musei statali Massimo Osanna, secondo il quale Marcus Venerius Secundio provenendo dall’estero avesse portato con sè l’usanza dell’inumazione senza seguire le usanze romane.
Risulta strana la parziale mummificazione del cadavere di Secundio che potrebbe essere dovuta alla chiusura della camera sepolcrale, ma anche ad una possibile pratica di imbalsamazione
I misteri non si esauriscono nel corpo inumato. Sono state ritrovate due urne, una delle quali in vetro appartiene ad una donna chiamata Novia Amabilis, forse la consorte del defunto, ma ci si chiede perchè la moglie non sia stata inumata come il marito.
Sicuramente tutto quanto al momento è inspiegabile presenta anche una ricchezza di dati da studiare che porteranno ad una maggiore conoscenza del periodo, e per questo di un valore inestimabile. Il corpo, l’iscrizione, le sepolture ai resti osteologici e alla facciata dipinta, sono dati eccezionali Studi, analisi e nuove ricerche potranno insomma far luce su questo mistero e nello stesso tempo aggiungere una preziosa conoscenza su Pompei.
Tra gli obiettivi anche quello di inserire la nuova scoperta della necropoli di Porta Sarno e la tomba di Secundio nell’itinerario delle visite. Cosa non immediatamente possibile “perché il terreno su cui si trova è al di là della ferrovia Circumvesuviana, ma è solo una questione di tempo” assicura il direttore Gabriel Zuchtriegel.