Valentino Rossi in una conferenza stampa ha annunciato il suo ritiro dal Moto Mondiale ma non certo dal mondo dei motori
Valentino Rossi come Federica Pellegrinini due grandi delle sport che hanno capito che è giunto il momento di dire basta, ma se la prima ripiega in una dimensione domestica e sentimentale il dottore pur lasciando le due ruote rimane un pilota e ha tutta l’intenzione di passare alle vetture da rally ai campionati Turismo ed Endurance, senza dimenticare vari test con le monoposto del Cavallino.
Rossi pare aver messo la testa a posto ma fino a un certo punto, se finalmente ha trovato la pace sentimentale grazie alla splendida modella Francesca Novello, non evita comunque di portarla con se durante un test su una macchina da rally mentre la povera si chiude gli occhi per la paura.
“Mi sento un pilota e lo resterò per tutta la vita” ha dichiarato nella conferenza stampa. E che pilota. Rossi non è solo un campione ma ha incarnato per anni il mondo del motociclismo perché dicevi motomondiale e pensavi a lui, con quel volto da modello e quel fisico da eterno ragazzo, esile e scattante. Un Peter Pan di ferro uscito sempre indenne da velocità pazzesche.
Valentino Rossi ha iniziato giovanissimo con i Kart e con le minimoto, complice il padre Graziano Rossi anche lui pilota di moto che lo ha sempre affiancato e preparato per questa splendida avventura. Lo vediamo nei video che lui stesso posta sull’account di Instagram a 10 anni, spiegare il motivo per cui la sua moto non è riuscita a tagliare il traguardo, come un pilota navigato.
Ed è questo forse che lo ha reso il più grande questo suo correre come un adulto da bambino e come un bambino da adulto. Lo stesso spirito, lo stesso entusiasmo, la stessa incoscienza. Il motociclismo non è stato il suo lavoro o la sua grande passione diventata professione, la moto è stata da sempre il suo alter ego. Da qui 9 campionati mondiali vinti, 332 GP in 23 stagioni, 115 vittorie, 232 podi e il tutto con molta goliardia.
Vale Rossi ha vinto divertendosi e lo testimoniano gli scherzi e le gag che ha portato sui circuiti che lo vedevano trionfare. Chi non ricorda la bambola gonfiabile con le sembianze della Chiffer esibita in occasione del giro d’onore del Gran Premio d’Italia al Mugello. Correva l’anno 1997 e il giovanissimo Rossi che correva con la 125 sventolava la bambola come sfottò al detestato rivale Biaggi. Se il secondo masticava amaro e sprizzava odio da tutti i pori, il Peter Pan Rossi rideva e scherzava.
Sempre nel 1997 dopo la vittoria nel Regno Unito, Rossi si presenta sul podio vestito da Robin Hood: l’eroe popolare del paese. L’anno dopo nel 1998 dopo aver vinto il GP di Catalogna nella categoria 250 cc, Valentino fa il giro d’onore portandosi dietro il “Pollo Osvaldo.”
Nel moto mondiale di Spagna per ben due volte 1999 e nel 2009 ha inscenato il siparietto della sosta WC (nel 2009 pare che gli scappasse sul serio). Sempre nel 1999 in occasione della conquista del primo titolo iridato, quello in 125, Valentino nel giro d’onore porta con sé un angelo. Uniche poi le scenette sull’eccesso di velocità nel Gran Premio del Mugello del 2002 dove veniva multato da due finti vigili.
Ce ne sarebbero ancora e ancora ma chiudiamo citando quella storica al Gran Premio della Repubblica Ceca del 2003 quando con l’aiuto di alcuni fan, Vale finse di essere un carcerato con tanto di palla al piede e il piccone a significare che Rossi era un condannato a vincere. Condanna che veniva eseguita alla perfezione ad ogni Gran Premio.
Nel 2005 Vale diventa nientemeno che il “Dottore” dopo aver ricevuto la laurea honoris causa in “Comunicazione e pubblicità per le organizzazioni” presso la facoltà di Sociologia dell’Università di Urbino, facoltà della sua terra d’origine. Rossi si è distinto anche per le sue doti comunicative che gli hanno permesso di diventare un’icona di trasgressione , genio e sregolatezza che ha convogliato su di lui l’ammirazione di milioni di fan.
Valentino rossi ha iniziato la sua carriera con l’Aprilia per passare al momento del debutto nelle 500 con la Honda (2000 -2003) e vincere il vincibile. Nel 2004 è passato alla Yamaha allora in piena crisi tecnica, dimostrando come ogni vero campione con il gusto del rischio, che non è la moto a fare il pilota ma viceversa.
Gli anni con la Honda sono stati anni di crisi e di grandi vittorie e dopo la breve parentesi Ducati 2011-2012 il ritorno in Yamaha dal 2013 ai nostri giorni. Dal 2019 è iniziata la parabola discendente, come è giusto e normale in uno sport del genere per un pilota di 42 anni.
Ma il Valentino che si è presento giovedì 5 agosto 2021 davanti ai microfoni dei giornalisti non ha dato l’idea di un uomo sul viale del tramonto, con il suo usuale brio e allegria il “dottore”, aria un po’ più matura ma pur sempre da giovane scapestrato, ha fatto intendere che lui è un pilota. Un pilota corre punto. Questo deve fare, ride scherza ma guida e vince senza farsi scalfire dalla retorica e dal circo che lo attornia. Un pilota non piange e rimpiange, cambia pista e numero delle ruote. Valentino Rossi insomma ha solo cambiato parco giochi e ce ne farà vedere ancora delle belle.
Non possiamo che dare ragione allo storico giornalista sportivo, Guido Meda, che durante le cronache dei Gp commentando i sorpassi e controsorpassi rocamboleschi del dottore gridava a squarciagola “Vale c’è” ed è così: Valentino c’è e ci sarà per sempre.
Cosa ne pensate del ritiro di Valentino Rossi? Il pilota italiano che ha segnato la storia del motociclismo, unico ad aver vinto un titolo mondiale in tutte e quattro classi (125, 250, 500, e MotoGP) riscirà a divetare un asso anche nei rally? Esprimete la vostra opinione nella sezione ‘commenti’ al fondo di questo articolo.