L’operaia quarantenne di origine marocchina è stata inghiottita da un macchinario. La procura di Modena ha aperto un'inchiesta e il compagno si è rivolto ai propri legali per fare luce sulla vicenda
Laila El Harim ha trovato una morte drammatica nell’azienda dove lavorava proprio come Luana D’Orazio di Montemurlo: entrambe uccise da un macchinario inceppato. Laila lavorava nell’impresa di packaging “Bombonette” a Camposanto in provincia di Modena e come Luana era una donna allegra e piena di vita e mamma di una bambina di cinque anni.
Lo sgomento che questa vicenda suscita è sconfinato, a partire dallo stesso titolare dell’azienda che in lacrime davanti al cronista del TG1 ha espresso la sua sorpresa e il suo dolore.
Manuele Altiero, padre della piccola avuta con Laila con la quale viveva da dieci anni dalle pagine del Resto del Carlino spiega subito di essersi rivolto ai suoi legali per chiarire la vicenda e racconta: “Appena sono arrivato, come per potersi giustificare, mi hanno detto che il collega era in reparto ma poi lui stesso mi ha detto di non aver sentito gridare. È un grande mistero, al momento”.
Il compagno aggiunge “Laila era esperta sapeva ciò che faceva: ci eravamo conosciuti sul lavoro, in un’azienda di Rivara di Bomporto, dieci anni fa. Erano stati colleghi amici a presentarci e lei già allora aveva la stessa mansione nel reparto fustellatura. Da due mesi aveva iniziato a Camposanto e aveva un ruolo di maggior responsabilità ma le piaceva tanto: è sempre tornata a casa la sera stanca ma col sorriso sulle labbra.”
La Procura di Modena ha aperto la doverosa inchiesta e la prima persona iscritta nel registro degli indagati è il legale rappresentante dell’azienda. L’iscrizione rappresenta un atto dovuto per chiarire tutti gli aspetti che hanno provocato la drammatica fine dell’operaia quarantenne. Il macchinario nel quale la donna ha perso la vita è stato posto sotto sequestro.
La stessa Procura ha disposto che nei prossimi giorni venga effettuata l’autopsia sul corpo della vittima affinché sia meglio chiarita la dinamica che ha portato alla tragica morte di Laila.
Sulla vicenda è intervenuto l’Ispettorato nazionale del Lavoro che ha inviato al Ministro del Lavoro Orlando una prima relazione su quanto avvenuto la mattina del tre agosto alla Bombonette. Nella relazione si legge che il macchinario era corredato di un doppio blocco di funzionamento “purtroppo azionabile, da parte dell’operatrice, soltanto manualmente e non automaticamente: ciò ha consentito un’operazione non sicura che ha cagionato la morte per schiacciamento”.
Pronta la reazione dei sindacati. La Cgil provinciale ha fatto appello alla mobilitazione di migliaia di lavoratori del modenese con scioperi e altre iniziative di protesta per dire “BASTA!Senza sicurezza non si può più lavorare”.
Cosa ne pensate della vicenda accaduta a Laila e più in generale qual’è la vostra idea sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro: istituzioni e imprese hanno fatto abbastanza per prevenire infortuni e morti sul lavoro?
E’ inaccettabile che nel 2021 ci siano così tante morti sul lavoro, servono tutele e controlli maggiori… i semplici proclami e le semplici parole non servono! E’ ora di fare qualcosa di concreto!
Se non vengono fatti i dovuti controlli alle aziende, la tragedia sarà sempre dietro l’angolo.