A differenza di quanto avvenuto otto mesi fa alla Camera il disegno di legge è in bilico: Pd, LeU e M5S vorrebbero far approvare senza modifiche il disegno di legge, di parere opposto Lega, Forza Italia e Italia Viva.
A otto mesi di distanza dall’approvazione alla Camera il ddl Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia e la discriminazione nei confronti dei disabili, oggi pomeriggio alle 16:30 approderà finalmente al Senato per cercare di ottenere il via libera definitivo. Ma a differenza di quanto avvenuto mesi fa a Montecitorio la maggioranza sembra più spaccata che mai: da un lato Pd, LeU e M5S vorrebbero far passare la proposta di legge così come è stata concepita, di parere diametralmente opposto la Lega che sarebbe pronta a bloccare o almeno a modificarne il testo.
Facendo una veloce analisi dei numeri necessari in quel di Palazzo Madama per l’approvazione definitiva del progetto di legge Italia Viva potrebbe rappresentare l’ago della bilancia in quella che appare una battaglia politica dai toni sempre più accesi: secondo quanto dichiarato dal leader Renzi e i suoi la volontà di approvare il ddl Zan c’è, ma l’idea è quella di inserire degli emendamenti che permettano di avere il più ampio consenso possibile tra i senatori.
La sensazione tra gli analisti politici e gli stessi parlamentari è che il voto a scrutinio segreto potrebbe riservare delle spiacevoli sorprese tra i principali partiti di maggioranza, sorprese che hanno il nome di “franchi tiratori“: sia nel Movimento 5 Stelle che nel Partito democratico potrebbero essere sei o sette i senatori intenzionati a sfruttare il voto segreto per non seguire la linea dei rispettivi partiti. Così come da tempo si vocifera che all’interno di Forza Italia ci sia più di un senatore pronto a votare il testo senza modifiche, appoggiando di fatto la proposta del blocco del centrosinistra e venendo meno alle indicazioni di partito.
Un’altra mossa che potrebbero adottare leghisti e forzisti è quella di chiedere un’ulteriore rinvio della discussione per cercare di trovare una mediazione, per limare quanto possibile il testo e blindarlo per l’approvazione unanime da parte di tutte le forze che fanno parte di questa maggioranza variegata. Ma alla possibilità di un ulteriore differimento si oppongono con forza Pd, LeU e M5S: il sospetto è che questa mossa non sia il tentativo di trovare un accordo tra le parti ma l’ennesimo escamotage per far ritornare il ddl Zan alla commissione Giustizia e farlo rimanere nuovamente bloccato tra centinaia di modifiche e audizioni richieste.
Le associazioni e collettivi legate al mondo lgbt hanno annunciato che faranno sentire la loro voce per chiedere che non ci siano ulteriori slittamenti e soprattutto per chiedere l’approvazione alla legge Zan “senza compromessi“.
Il ddl Zan è un disegno di legge contro l’omotransfobia che prende il suo nome dal cognome del relatore Alessandro Zan, deputato del Pd. Il titolo del ddl Zan è più che mai esplicativo su quale sia il suo intento: “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità“.
Nell’articolo 1 del testo, viene specificato che “per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico; per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi; per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione“.
Nel provvedimento è prevista la reclusione fino a 18 mesi o una multa fino a 6mila euro per chi commette atti di discriminazione fondati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità”; il carcere da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza per gli stessi motivi; la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa o aiuta organizzazioni aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per gli stessi motivi. Per qualsiasi reato commesso per le finalità di discriminazione o di odio la pena viene aumentata fino alla metà. Il condannato per può ottenere la sospensione condizionale della pena se presta un lavoro in favore delle associazioni di tutela delle vittime dei reati.
Inoltre il ddl Zan prevede l’istituzione il 17 maggio della giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia finalizzata a promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione e a contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. Le iniziative per le celebrazioni saranno assunte dalle amministrazioni pubbliche e dalle scuole, ma la giornata non avrà carattere di festività.