Oltre al sindaco, accusato di corruzione e tentata concussione, ai domiciliari la moglie del sindaco, due consiglieri comunali di maggioranza e un imprenditore edile.
Questa mattina gli agenti della squadra mobile hanno arrestato il sindaco dimissionario di Foggia, Franco Landella, con le accuse di corruzione. Per il primo cittadino, in quota Lega, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Landella è inoltre accusato del reato di tentata concussione nei confronti di un imprenditore operante nel settore della pubblica illuminazione.
Nell’ambito della stessa inchiesta sono state raggiunte dalle medesime misure cautelari anche altre quattro persone tra cui spicca la moglie del sindaco, Iolanda Daniela di Donna, dipendente comunale che prestava servizio presso l’ufficio di gabinetto del sindaco sospesa da due settimane dai pubblici uffici.
Lo scorso primo maggio, durante una perquisizione nell’abitazione in cui vivono i due coniugi, gli agenti della squadra mobile avevano sequestrato i due telefoni cellulari usati dai coniugi e circa settemila euro in contanti, somma giustificata dallo stesso Landella come “salvadanaio dei figli”.
Oltre alla donna ai domiciliari anche un imprenditore edile e i consiglieri comunali di maggioranza Antonio Capotosto, già arrestato il 30 aprile per altri reati, e Dario Iacovangelo.
Nell’inchiesta è anche coinvolto l’ex presidente del consiglio comunale, Leonardo Iaccarino, ai domiciliari dal 30 aprile per i reati di corruzione, tentata induzione indebita e peculato. Iaccarino era finito nell’occhio del ciclone già alla fine dello scorso anno: in molti erano rimasti allibiti dopo aver visto un video, diventato virale nel giro di pochi giorni, che mostrava l’uomo sparare alcuni colpi con una pistola scacciacani dal balcone di casa per festeggiare Capodanno.
Nel filmato, ripreso dal figlio 16enne, il politico foggiano prima di sparare urla: “Non è una barzelletta“. A seguito del polverone mediatico sollevato, nonostante la giustificazione che si trattasse di una pistola giocattolo, l’uomo era stato costretto a rassegnare le dimissioni.
L’ex primo cittadino aveva rassegnato le dimissioni il 3 maggio dopo gli arresti di due consiglieri comunali per corruzione nell’inchiesta della procura di Foggia, su alcuni appalti indetti dall’amministrazione cittadina. Era stato lo stesso Landella, al secondo mandato, a dare notizia del passo indietro: “Foggia in questo momento ha bisogno di serenità, di essere tenuta al riparo da ogni tentativo di gettare fango su chi l’amministra con passione e dedizione“.