Si può affermare che la 93esima edizione degli Oscar sia stata senza alcun dubbio una manifestazione all’insegna dell’inclusività. Protagonisti assoluti della notte più patinata dell’anno donne, afroamericani e asiatici: 70 le donne in gara per 76 nomination in 23 categorie, e quasi metà delle nomination dedicate agli attori (9 su 20) sono andati a star non bianche.
A trionfare è stato il superfavorito della vigilia ‘Nomadland‘, già vincitore del Leone d’oro alla 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2020, che si è aggiudicato tre statuette come miglior film, miglior regia e miglior attrice protagonista. Per la regista Chloe Zhao, nata Pechino, è un successo che le permette di entrare di diritto nella storia del cinema: è la prima donna non bianca e la seconda di tutti i tempi a conquistare l’Oscar alla regia. Prima di lei l’impresa era riuscita solo alla regista statunitense Katheryn Bigelow nel 2021 per ‘The Hurt Locker’.
Grande soddisfazione anche per la protagonista Frances McDormand, considerata da molti la più antidiva di Hollywood, che conquista il terzo Oscar della carriera sempre come miglior attrice protagonista nel 1997 in ‘Fargo‘, capolavoro noir diretto dai fratelli Coen, e nel 2018 in ‘Tre manifesti a Ebbing, Missouri‘. L’attrice originaria di Gibson City, in Illinois, diventa così la seconda donna nella storia per numero di statuette nella categoria miglior attrice, davanti a lei solo l’immensa Katharine Hepburn con 4 Oscar.
Il premio come miglior attore protagonista va a un mostro sacro del cinema come Anthony Hopkins per il film ‘The Father – Nulla è come sembra‘. Si tratta del secondo Oscar dopo quello del 1992 per la magistrale interpretazione nei panni del serial killer Hannibal Lecter nel pluripremiato ‘Il silenzio degli innocenti‘ (vincitore di 5 Oscar). L’attore britannico però è stato accusato di snobbare la cerimonia in quanto non ha ritirato dal vivo il premio e non ha presenziato alla cerimonia nemmeno in collegamento. Secondo alcune fonti l’83enne si troverebbe in ritiro spirituale. Circostanza che ha fatto infuriare e non poco i fan e gli appassionati che facevano il tifo per Chadwick Boseman, secondo molti il favorito della vigilia, per la sua ultima interpretazione in ‘Ma Rainey’s Black Bottom‘ prima della prematura morte a causa di un tumore al colon.
Serata priva di soddisfazioni per l’Italia che torna a casa con la bocca asciutta: un nulla di fatto per il ‘Pinocchio‘ di Matteo Garrone tra i candidati nelle categorie miglior trucco e costumi vinte entrambe da ‘Ma Rainey’s Black Bottom‘. Peccato anche per Laura Pausini che con il brano ‘Io sì‘, canzone del film ‘La vita davanti a sé‘ non è riuscita a bissare la vittoria ai Golden Globe che è andata H.E.R. per ‘Fight for you’, canzone del film ‘Judas and the Black Messiah‘.
Migliori attori non protagonisti sono risultati Daniel Kaluuya di ‘Judas and the Black Messiah’ e l’attrice sud coreana Yuh-jung Youn di ‘Minari’. Mentre il miglior film internazionale, nella cui cinquina di finalisti non erano presenti film italiani, è il danese ‘Un altro giro‘ di Thomas Vinterberg: Per la Danimarca è il quinto Oscar della storia. Da sottolineare la dedica struggente del regista danese alla figlia Ida, morta in un incidente stradale mentre cominciava la lavorazione.
Come già previsto alla vigilia il miglior film d’animazione dell’anno è ‘Soul‘ e il miglior documentario è ‘Il mio amico in fondo al mare‘. Infine per ‘Tenet (a nostro modesto parere tra i film più interessanti del 2020) a parere di tutti la pellicola maggiormente snobbata dall’Academy in questa edizione, è andato il premio per i migliori effetti speciali