• 25 Novembre 2024
  • SCUOLA

Scuole Piemonte, si salva solo fascia 0-6, altri in DAD? L’intervista sugli effetti

Niente di buono mi verrebbe da dire, per quanti come me, genitori dunque, attendono di comprendere se i propri figli da lunedì potranno continuare con la didattica in presenza. Anche in Piemonte la situazione non é purtroppo delle migliori, Torino, ad esempio é tra le ‘sorvegliate speciali’, a rischio dunque la chiusura di ogni scuola di ordine e grado.

Questa la notizia che sta circolando da ieri e che sta mettendo in apprensione i genitori, gli studenti più piccoli, da poco tornati alla normalità, e gli insegnanti preoccupati da un nuovo lockdown, anche se dovrebbe essere temporaneo, della durata di 15 giorni. La decisione verrà comunque presa domani, Venerdì 5 marzo, alla luce dei dati di oltre 30 distretti sanitari in Piemonte, si procederà poi con eventuali altre misure restrittive. Al momento quel che é certo é che da lunedì 8 marzo in Piemonte l’attività passerà in DAD al 100% partire dalla seconda media in su. Vi sono altresì dei parametri che porterebbero alla chiusura anche per gli altri ordini e gradi, di cui parleremo di seguito.

Pare che Cirio sia intenzionato a ‘salvare’ la scuola in presenza almeno per la fascia d’età 0-6. Avrebbe infatti detto: “Siamo molto attenti alla fascia d’età zero sei anni, stiamo raccogliendo i dati da produrre al ministero della salute perché almeno quella parte di scuola in presenza vorremmo salvarla”. I dettagli ad oggi 4 marzo. Abbiamo deciso di intervistare una maestra delle elementari del Torinese per comprendere quali, a suo dire, potrebbero essere i possibili effetti di una nuova chiusura sugli allievi più piccoli.

Scuole Piemonte, quali gli effetti di nuovo lockdown sui bimbi delle elementari? L’intervista

Gentile Maestra cosa vorrebbe dire trovarsi a marzo nuovamente con la chiusura delle scuole per i bimbi delle elementari e soprattutto quali implicazioni ha avuto, a suo avviso, il precedente lockdown?

L’apprendimento scolastico è garantito attraverso una didattica consapevole sia delle abilità cognitive, che sono alla base dell’acquisizione di conoscenze, di nuove capacità e competenze, sia delle funzioni emotive e sociali della comunità classe. Per imparare bene bisogna stare bene a scuola.

Il lockdown dell’anno scorso ha privato i nostri bambini del luogo fisico preposto per “imparare bene”, non intendo ovviamente le 4 mura dell’aula, ma la comunità scuola, il confronto, la ricchezza di ognuno. È una perdita che non abbiamo colmato in questi mesi, purtroppo.

Richiudere le scuole adesso significherebbe aumentare questa perdita oltre che un segno di sconfitta sociale, a mio avviso. Io non sono un tecnico né uno scienziato, ma faccio molta fatica ad accettare che, a distanza di un anno, l’unico modo per affrontare il problema sia la chiusura delle scuole. Non voglio dilungarmi in polemiche, ma la trovo la soluzione più comoda e sbrigativa. Tutti i nostri bambini hanno perso qualcosa e qualcuno non riuscirà mai a recuperare.

Cosa potrebbe significare per i bambini oggi, specie per quelli in quinta e dunque prossimi alla scuola media?

Sicuramente tutti gli alunni che cambieranno grado di scuola dovranno affrontare difficoltà maggiori.

Si spera ne tengano conto i colleghi futuri, comunque le famiglie dovranno intervenire in aiuto dei loro figli. Non tutti i bambini hanno le stesse opportunità.

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La DAD solo per situazioni estreme?

Come si sentirebbe di commentare le affermazioni del Ministro dell’Istruzione Bianchi che ha asserito, in parte per rassicurare le famiglie: ‘ La scuola non chiude, non ha mai chiuso: i nostri insegnanti sono sempre presenti con tutti gli strumenti che abbiamo. Dobbiamo solamente mettere in sicurezza i nostri ragazzi perché c’é un rapidissimo aumento della variante inglese, che é subdola. La DAD é solo per le situazioni estreme’

Certo, il Ministro Bianchi ha ragione, noi insegnanti ci siamo, ci mancherebbe altro, ma la DAD può andare bene per un breve periodo, appunto l’emergenza, ma non 1 anno.

Gli insegnanti ci sono e continueranno a fare il massimo anche a distanza, ma qui il problema che si sta sottovalutando é un altro: stiamo perdendo i ragazzi, che hanno perso interesse e motivazione, specie i più piccoli che fanno maggiore fatica ad organizzarsi.

Dovesse consigliare una strategia a Cirio per preservare ove possibile la scuola in presenza e contenere i contagi, cosa consiglierebbe una chiusura temporanea solo per i ragazzi delle superiori o cos’altro?

Ovviamente i ragazzi delle scuole superiori sono più autonomi e riescono a gestire meglio la DAD ma è anche vero, vista la loro età, che sono quelli che più facilmente abbandonano la scuola.

Non saprei dirle, io da insegnante vorrei tutti gli studenti a scuola, con mascherine, igienizzante, finestre spalancate. Su una cosa punterei invece di più e forse il mio consiglio va in quella direzione, visto che non credo sia la scuola il luogo in cui avvengono maggiori contagi, dato il distanziamento sociale e le accortezze che si stanno seguendo attraverso i rigidi protocolli, penserei invece ad un focus diretto al potenziamento degli autobus e treni, visto che i ragazzi delle superiori utilizzano i mezzi per recarsi a scuola. E’ spesso sono questi eccessivamente affollati.

Ringraziamo la maestra per averci dedicato del tempo, e confidiamo i bambini possano continuare a seguire la scuola in presenza, almeno quelli della scuola dell’infanzia e delle elementari, non ci resta che attendere la decisione di Cirio domani, e incrociare le dita.

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Erica Venditti

Erica Venditti, classe 1981, dal 2015 giornalista pubblicista. Dall'aprile 2012 ho conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.

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