• 2 Novembre 2024
  • LAVORO

Autonomi e Partite iva in rivolta: i ristori non bastano, come essere risarciti

In questi giorni mentre il nuovo Governo con a capo il premier Mario Draghi cerca di comporre la squadra tecnico – politica per iniziare a Governare, gli occhi sono tutti puntati su quello che sarà il nuovo DPCM. Vuoi perché in molti attendono di comprendere se ci si potrà spostare tra Regioni almeno in quelle che rientrano in Zona Gialla, vuoi perché tanti esercenti confidano che le maglie delle restrizioni possano ridursi, specie i ristoratori, che puntano alla riapertura serale, quanto i gestori di palestre, piscine, teatri e cinema che sperano di poter tornare a riaprire e lavorare.

In tutto questo vi é il capitolo ristori, al momento bloccati dalla crisi di Governo, che si spera possano tornare a breve a tamponare la difficile situazione economica a cui, a causa Covid 19, sono sottoposti moltissime categorie, che da tempo lamentano gli aiuti ricevuti non siano stati affatto sufficienti in paragone alle perdite di fatturato. Per questa ragione alcune palestre ed alcune partite Iva hanno deciso di intraprendere un’azione legale contro lo stato, al fine di avere un risarcimento danni.

Ristori non bastano più: autonomi e partite iva chiedono risarcimento

Negli scorsi giorni vi avevamo parlato dell’iniziativa GimFIVE, il brand delle 12 palestre che ha deciso di lanciare una raccolta fondi per pagare un pool di avvocati e fare causa allo Stato al fine di ottenere un risarcimento per tutti i mesi di chiusura forzata, avvenuta per giunta a seguito di richieste di adeguamento locali che ha comportato un investimento in denari, dunque, dicono i gestori, oltre il ‘danno la beffa‘.

Dello stesso avviso l’iniziativa promossa ora da Autonomi e Partiva Iva che hanno deciso di fare un ricorso collettivo al Tar contro l’ultimo DPCM Conte, che, dicono, ha messo ‘in ginocchio’ molte categorie. I ristori non bastano, potete essere risarciti, cita il ‘manifestino’, diffuso sui social, che invita a partecipare numerosi ed i riferimenti per poterne prendere attivamente parte.

Autonomi e partite iva: come chiedere il risarcimento

Sulla pagina social ‘Autonomi e partita Iva’ vi é in primis la lettera al Presidente Mattarella e a Mario Draghi in cui si spiegano le finalità del partito, a firma dell’onorevole Eugenio Filograna, e si chiede venga istituito un Ministero degli autonomi e delle partite Iva. Per quanto riguarda l’iniziativa di cui vi abbiamo parlato in apertura i riferimenti sono visibili al link https://autonomiepartiteiva.org/ricorso-al-tar/ , ove é possibile compilare il format per prendere parte al ricorso e ove si precisa però che ‘ L’Associazione NOI AUTONOMI E PARTITE IVA svolge solo un’attività di segnalazione e non parteciperà in alcun modo all’attività legale né ha alcun ritorno economico”.

Nel manifestino é possibile leggere: ‘Automi e partite iva comunica che puoi aderire a: Ricorso collettivo al Tar contro l’ultimo DPCM Conte. I ristori non Bastano potete essere risarciti. Ristoranti, Bar, centri sportivi e tutte le attività danneggiate dalle chiusure imposte dal Dpcm 14/01/2021 hanno ancora una possibilità‘.

Si specifica altresì su facebook: Le tre categorie menzionate sono quelle per le quali sono più evidenti i profili di contraddittorietà della disciplina di cui al Dpcm, e quindi hanno maggiori chance di successo nel ricorso. Ciò non toglie ovviamente che anche altre categorie possano partecipare al ricorso , purché destinatarie di un vincolo diretto di chiusura in base al Dpcm di gennaio, che è quello impugnato col ricorso. Questo ricorso non è una semplice azione legale ma un modo per reagire ai provvedimenti inadeguati del governo. È anche un modo per ribellarci legalmente alla discriminazione nei confronti degli Autonomi e delle Partite Iva. Uniti possiamo farci ascoltare dalle Istituzioni e farci risarcire i danni causati dalla cattiva amministrazione pubblica“.

Fate parte di queste categorie, parteciperete al ricorso al Tar?


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Erica Venditti

Erica Venditti, classe 1981, dal 2015 giornalista pubblicista. Dall'aprile 2012 ho conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.

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