“Questo matrimonio non s’ha da fare, nè domani nè mai“. Con una delle più celebri citazioni di Alessandro Manzoni, contenute nel capolavoro letterario ‘I promessi sposi‘, potremmo sintetizzare il risultato al quale si è giunti a seguito del mandato esplorativo che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva affidato al presidente della Camera, Roberto Fico, con l’obiettivo di capire se fosse stato possibile trovare un’intesa per la formazione di un governo Conte Ter tra le forze politiche di maggioranza che hanno caratterizzato il mandato appena concluso, e del neonato gruppo dei cosiddetti ‘responsabili‘.
Ma a dirla tutta in questi due giorni intensi e frenetici la trattativa non è mai veramente decollata tra veti dei partiti e divergenze sul programma, soprattutto da parte di Italia Viva, vero artefice dell’apertura della crisi di governo, i cui rappresentati al tavolo del programma non hanno addirittura voluto firmare il verbale di fine riunione in quanto non rispecchiava le loro idee.
In sostanza Matteo Renzi e compagni sono usciti sbattendo la porta, un finale sin troppo scontato, che non ha lasciato scelta al Capo dello Stato che dopo il colloquio con Fico ha deciso di optare per l’immediata formazione di un governo autorevole e di alto profilo. Motivo per il quale è stato convocato oggi alle 12 al Quirinale l’ex presidente della Bce Mario Draghi. Inoltre Mattarella ha scongiurato l’ipotesi di nuove elezioni, preoccupato per i possibili vuoti decisionali che potrebbero attanagliare il Paese durante un periodo complicato come quello attuale, a causa della pandemia da Covid, caratterizzato da una crisi sanitaria ed economica senza precedenti.
“A fine marzo verrà meno il blocco dei licenziamenti e la scadenza richiede decisioni tempestive difficili da assumere da parte di un Governo in piena campagna elettorale. Entro il mese di aprile dovrà essere presentato alla Commissione europea il piano di utilizzo dei fondi europei ed è fortemente auspicabile che avvenga prima di tale scadenza per non rischiare di perdere queste risorse. Non possiamo mancare questa occasione fondamentale per il nostro futuro”. Comincia così il discorso del Capo dello Stato a seguito del colloquio con l’esploratore Fico. Incontro durante il quale il presidente della Camera ha illustrato il fallimento di un possibile accordo tra i partiti di maggioranza.
Mattarella ha poi sottolineato il pericolo di possibile vuoto di potere che potrebbe verificarsi in caso di ritorno alle urne: “Dal giorno in cui si sciolgono le Camere alle elezioni servono 60 giorni più altri per la formazione delle formazione del Governo. Nel 2018 ci sono voluti 5 mesi prima del giuramento del nuovo Governo. Si tratterebbe di tenere il nostro Paese con un Governo senza la pienezza delle sue funzioni durante la pandemia”.
Infine il presidente della Repubblica, come un buon padre di famiglia, è preoccupato dalle possibili ripercussioni in termini di aumento dei contagi che potrebbero avere gravi ripercussioni sugli italiani sia nelle fasi pre-voto (campagne elettorali e comizi pubblici), che durante il ritorno alle urne: “Ci troviamo nel pieno della pandemia. Il contagio del virus è diffuso e allarmante; e se ne temono nuove ondate nelle sue varianti. Va ricordato che le elezioni non consistono soltanto nel giorno in cui ci si reca a votare ma includono molte e complesse attività precedenti per formare e presentare le candidature. Inoltre la successiva campagna elettorale richiede – inevitabilmente – tanti incontri affollati, assemblee, comizi: nel ritmo frenetico elettorale è pressoché impossibile che si svolgano con i necessari distanziamenti. In altri Paesi in cui si è votato – obbligatoriamente, perché erano scadute le legislature dei Parlamenti o i mandati dei Presidenti – si è verificato un grave aumento dei contagi. Questo fa riflettere, pensando alle tante vittime che purtroppo continuiamo ogni giorno – anche oggi – a registrare”.
In una nota di Palazzo Chigi l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha comunicato che dopo le dimissioni rassegnate al Capo dello Stato ha ritenuto opportuno non rilasciare alcuna dichiarazione pubblica sulla vicenda ” mantenendo il doveroso riserbo sulla evoluzione della crisi di governo”. Inoltre ha specificato che in questa delicata fase “ha ritenuto di non dover assumere alcun ruolo o posizione pubblica” nel rispetto dell’impegno profuso e del lavoro svolto dal presidente della Repubblica e dal presidente della Camera. Nessun commento neppure su un possibile approdo di Mario Draghi alla guida del governo.
Nonostante le parole di circostanza parte del suo pensiero è arrivato a Matteo Renzi e Italia Viva, considerati gli artefici della crisi in atto, per opera del Movimento 5 Stelle che in una nota dai toni molto critici ha scritto: “Nessuna volontà di aiutare il Paese nel momento più difficile, nessun interesse verso i cittadini italiani o a lavorare per l’interesse della collettività. Da parte di Matteo Renzi sul tavolo c’era solo la questione delle poltrone”.
“Così facendo – prosegue il comunicato pentastellato – ha dimostrato chiaramente che questa era la vera ragione per la quale ha provocato la crisi. Poltrone che ha chiesto, contrariamente a quanto sostenuto in questi giorni. Oltre a chiederle, il senatore di Rignano, voleva decidere anche per conto delle altre forze politiche. Inoltre il movimento 5 Stelle, contrariamente a quanto affermato da fonti renziane, non ha posto alcun veto. In queste ultime ore e nei giorni precedenti siamo stati concentrati sui temi e si bisogni degli italiani ma ci siamo trovati di fronte a un leader politico che voleva solo mercanteggiare e cercare pretesti per rompere”.
Qualche minuto fa Renzi in post su Twitter ha risposto alle critiche affermando: “Ora è il momento dei costruttori. Ora tutte le persone di buona volontà devono accogliere l’appello del Presidente Mattarella e sostenere il governo di Mario Draghi. Ora è il tempo della sobrietà. Zero polemiche, Viva l’Italia”. Il messaggio è correlato da un immagine che mostra le Frecce Tricolori sfrecciare sopra l’Altare della Patria colorando il cielo dell’inconfondibile scia tricolore che le caratterizza.