Pasticci e guai giudiziari per WhatsApp, il servizio di messaggistica di proprietà di Facebook, infatti potrebbe ricevere una multa fino a 50 milioni di euro per violazioni delle norme sulla protezione dei dati personali. È quanto emerge da indiscrezioni pubblicate sulla stampa europea. L’app è stata accusata di non aver fornito informazioni adeguate agli utenti sulla condivisione dei dati con Facebook.
Secondo quanto si apprende la settimana prossima il comitato Ue per la privacy (Edpb) dovrebbe discutere del caso durante la sua plenaria con i rappresentanti delle autorità nazionali per la protezione dei dati. A guidare la richiesta di intervento contro WhatsApp è l’autorità per la privacy irlandese (Dpa).
La sanzione preliminare, su cui ancora si starebbero consultando le diverse agenzie Ue per la privacy, potrebbe essere una delle più elevate mai stabilite in base al Regolamento Ue per la protezione dei dati (Gdpr), in vigore dal 2018. WhatsApp potrebbe ricevere una multa compresa tra i 30 e i 50 milioni di euro per non aver rispettato appieno i requisiti di trasparenza previsti dal Gdpr. Inoltre, le autorità per la privacy potrebbero richiedere a WhatsApp di modificare le modalità di gestione dei dati degli utenti per essere più trasparente.
Oltre il possibile danno economico la famosa app di messaggistica nelle ultime settimana ha subito in tutta Europa un danno di immagine senza precedenti: nell’ultimo periodo un gran numero di utenti ha deciso di migrare o semplicemente aprire un nuovo account in altre applicazioni di messaggistica istantanea come Telegram e Signal.
Non è la prima volta che una delle società guidate da Mark Zuckerberg è costretta a pagare una multa a causa della violazione della privacy: nel luglio 2019 Facebook era stato costretto dal governo degli Stati Uniti a pagare una multa di ben 5 miliardi di dollari per risolvere la disputa in atto, cifra che rapportata alla sanzione che potrebbe essere messa in atto dall’Ue sembra ben poca cosa. Inoltre la società era stata obbligata a creare un comitato indipendente per la privacy.