Si sono concluse nel cuore della notte le complesse operazioni di rimozione e trasporto dell’esemplare di balenottera individuato lo scorso 17 gennaio nello specchio acqueo del porto di Sorrento. La delicata attività di rimorchio del cetaceo è stata condotta, sotto il coordinamento della Direzione Marittima di Napoli, dalle motovedette della Guardia Costiera che hanno movimentato l’esemplare verso il porto di Napoli, ove sono giunti alle prime luci dell’alba, dopo alcune ore di navigazione.
Le operazioni di messa in sicurezza dell’esemplare si sono protratte per tutta la notte e sono state particolarmente difficoltose a causa delle dimensioni della carcassa e dalle condizioni del mare in peggioramento.
Il trasporto nel porto del capoluogo campano consentirà di dar corso all’esecuzione dell’esame necroscopico necessario ad individuare in maniera più approfondita le cause del decesso di quello che sembrerebbe uno dei più grandi esemplari di balenottera individuati nel Mediterraneo.
Secondo un primo rilievo effettuato nei giorni scorsi dalla task force di esperti del Cert (Cetacean Emergency Response Team) il decesso potrebbe essere stato causato da “un virus simile al morbillo, che gira in tutto il mediterraneo dagli anni Ottanta” e che causerebbe sintomatologie simili a quella riscontrata, come ad esempio il disorientamento.
Il primo rinvenimento del cetaceo è avvenuto quando due giorni fa, quando personale del Nucleo Subacquei della Guardia Costiera si è immerso a seguito dell’avvistamento di un esemplare di cetaceo più piccolo in difficoltà, ed ha invece individuato la carcassa dell’esemplare adulto privo di vita, successivamente emerso e da quel momento tenuto costantemente monitorato. Un’ipotesi che circola è che il mammifero più piccolo, ripreso in un video mentre si dimena sulla banchina del porto di Sorrento, possa essere il figlio dell’esemplare più grande trovato senza vita e che proprio a causa della morte del genitore, forse una femmina, abbia avuto una reazione irrazionale.
Il recupero dal mare della carcassa, programmato per oggi pomeriggio in un cantiere navale del porto di Napoli, vedrà coinvolti anche i subacquei della Guardia Costiera di Napoli, e il personale del Reparto Operativo del Comando Generale della Guardia Costiera che ha inviato sul posto il proprio Laboratorio ambientale mobile con i suoi biologi che affiancheranno gli scienziati nelle successive operazioni necroscopiche.
Infine la Guardia Costiera continua a tenere monitorata la zona sperando di ritrovare l’esemplare più piccolo che dopo un primo avvistamento ha preso il largo facendo perdere le sue tracce.