Il 9 gennaio, così come gran parte dei giorni dell’anno, sono diversi i Santi e i Beati celebrati dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa. Lo scorso anno ci occupammo di Sant’Adriano di Canterbury, abate vissuto tra il VII e l’VIII secolo, mentre oggi vogliamo parlarvi delle Sante Agata Yi e Teresa Kim, martiri coreane del XIX secolo.
Nella Chiesa coreana i laici hanno un posto prezioso nell’identità della comunità cristiana nazionale: la fede, infatti, viene portata nella penisola non da missionari religiosi o sacerdoti. Nel 1784 mette piede in Corea il primo battezzato, un laico coreano che è partito quattro anni prima per la Cina per una delle consuete spedizioni culturali di scambio tra i due Paesi. La persecuzione contro i cristiani, però, si scatena subito e ciò lascia a lungo la comunità locale senza preti. In un secolo si parla di diecimila martiri, 103 dei quali verranno canonizzati nel 1984. Tra essi troviamo le laiche Agata Yi, giovane ragazza nata a Seoul nel 1824, e Teresa Kin, vedova nata a Myeoncheon nel 1797. Alla fine del 1839 vennero incarcerate, torturate ed infine sgozzate. Sono state canonizzate da Papa Giovanni Paolo II il 6 maggio 1984.
Così le ricorda il Martirologio Romano: “A Seul in Corea, sante martiri Agata Yi, vergine, i cui genitori furono essi pure coronati dal martirio, e Teresa Kim, vedova: in carcere per Cristo, dopo molte percosse, furono sgozzate”.